11 LUGLIO 2024

11:50

NOTIZIA DI CRONACA

DI

1593 visualizzazioni


11 LUGLIO 2024 - 11:50


NOTIZIA DI CRONACA

DI

1593 visualizzazioni



SANTARCANGELO DI R.: L'ex marito avrebbe avvolto Lorena in un lenzuolo e messa in auto | VIDEO

Uccisa nella sua abitazione di Santarcangelo di Romagna dall’ex marito e poi avvolta in un lenzuolo e messa in auto. Sarebbe stata questa la drammatica fine di Lorena Vezzosi. 

Lorena Vezzosi, 53 anni, è stata uccisa giovedì scorso nella sua abitazione di via Terranova a Santarcangelo di Romagna dall'ex marito Stefano Del Re, 55 anni. L’uomo l’ha poi avvolta in un lenzuolo, ha ripulito il sangue dalla scena del crimine ed è partito in auto con il cadavere fino a Casalmaggiore, nel Cremonese, dove ha fatto visita ai suoi genitori. 

Poi ha deciso di farla finita gettandosi con l’auto nel fiume Po intorno alle 3 del mattino dopo. Queste le ultime risultanze investigative su quello che, oramai è chiaro, si tratta dell’ennesimo femminicidio; un delitto a cui la comunità di Santarcangelo non era abituata.  

Gli investigatori hanno trovato tracce di sangue nell'auto, e altre indagini sono in corso nell'appartamento di via Terranova insieme ai Ris di Parma. Nell'abitazione sono stati rinvenuti la borsa e il cellulare di Lorena, ma mancano un lenzuolo e un cuscino. 

La coppia si era separata a dicembre; separazione che Del Re non accettava. Per gli inquirenti si è trattato di un omicidio d’impeto, non premeditato, magari al culmine dell’ennesima lite. C’erano tensioni per la gestione dei figli minori. Lorena è morta dopo un colpo secco al cuore con uno stiletto. 

Il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, ha annunciato una raccolta fondi per sostenere i due figli di Lorena. Ed è stato organizzato un presidio pubblico in piazza Ganganelli per la sera di mercoledì 17 luglio. 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: "Omicidio del bilanciere", condanna definitiva a 23 anni di carcere

Per il caso dell'"omicidio del bilanciere", la Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza della Corte di appello di Bologna nei confronti Edi Zegarac, 54 anni, condannato a 23 anni di reclusione per l'assassinio di Nicola Donadio, di 50, avvenuto il 12 gennaio 2022 a Misano Adriatico (Rimini). La Corte d'appello di Bologna aveva condannato l'imputato, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, a 23 anni aumentando la pena emessa dalla Corte d'assise di Rimini che invece lo aveva condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione. Le parti civili, ossia le quattro figlie e la moglie di Donadio, originario di Chiaromonte (Potenza), avevano impugnato la sentenza di primo grado. Così anche il sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani che in primo grado aveva contestato ritenendole sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa. La Corte di Bologna aveva riconosciuto la aggravanti eliminando lo sconto di pena. Sentenza che con il rigetto della Cassazione diventa definitiva. Quello del bilanciere era stato un omicidio risolto in meno di 24 ore perché, la stessa vittima, ritrovata agonizzante, aveva dato ai carabinieri il nome del killer. "E' stato Edi. E' stato lui", prima di perdere i sensi, aveva avuto la forza di dire Donadio, colpito numerose volte al capo con un bilanciere d'acciaio. Non era morto subito e all'arrivo dei carabinieri del Nor di Riccione era stato in grado di parlare e prima di spirare aveva indicato la porta del bagno dove ancora si nascondeva il killer. Zegarac, quando aveva riaperto la porta del bagno in lacrime, aveva confessato subito.