6 GIUGNO 2024

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6 GIUGNO 2024 - 11:37


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BOLOGNA: Omicidio vigilessa, l'autopsia confermerebbe l'ipotesi del colpo accidentale

Nella giornata dei funerali di Sofia Stefani, la 33enne vigilessa uccisa con un colpo di arma da fuoco nel comando della polizia locale di Anzola, nel bolognese, lo scorso 16 maggio, emergono alcune importanti novità dalla prima relazione sull'autopsia della donna. Novità che darebbero forza alla versione dell'indagato, l'ex comandante dei vigili Giampiero Gualandi

Una piccola ferita su una mano e delle macchie nere sull'altra, probabilmente di polvere da sparo, sono i due elementi che emergerebbero da una prima relazione dell'autopsia sul corpo di Sofia Stefani, la 33enne vigilessa uccisa lo scorso 16 maggio nel comando della polizia municipale di Anzola, andando così, nella ricostruzione di quanto accaduto, verso la direzione della versione fornita dall'indagato. E cioè che il colpo fatale per la 33enne sia partito accidentalmente, durante una colluttazione con l'ex comandante Giampiero Gualandi. Nella stessa giornata in cui a Zola Predosa venivano celebrati i funerali della giovane, al tribunale del riesame di Bologna, al quale l'avvocato del 63enne in carcere con l'accusa di omicidio si era rivolto, il pm Stefano Dambruoso ha depositato un documento che rafforzerebbe la versione dell'uomo. La ferita, secondo la difesa, potrebbe essere stata provocata mentre i due, fra i quali è emerso ci fosse una relazione clandestina, che però Gualandi voleva chiudere mentre lei no, tentavano di strapparsi l'arma a vicenda. La polvere rilevata, invece, sempre secondo i periti della difesa, sarebbe certamente polvere da sparo, confermando che al momento dell'esplosione del colpo, la mano della donna fosse sulla pistola. Serviranno ulteriori esami e perizie per confermare questi due elementi; l'avvocato Claudio Benenati ha comunque chiesto la scarcerazione di Gualandi, mentre il pm Dambruoso oltre, alla relazione del perito della Procura, ha depositato anche una serie di interrogatori ai colleghi dei due. Il giudice Roberto Giovanni Mazza si è riservato la decisione, che dovrebbe arrivare nel giro di qualche giorno. Proseguono intanto le indagini, con nuovi sopralluoghi al comando dei vigili di Anzola. Gli ultimi sempre nella stessa giornata dei funerali e del lutto cittadino. Una giornata di dolore, ricerca della verità e giustizia, come hanno chiesto il fidanzato e i genitori di Sofia.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Povertà, a chiedere aiuto sono sempre più famiglie insospettabili

Sempre più famiglie insospettabili, talvolta persino con due stipendi in casa, chiedono aiuto alle realtà di volontariato e del terzo settore nella città metropolitana di Bologna. È quanto emerge dall'ultimo bilancio di “Un piatto per tutti”, il progetto promosso da ex provincia e da VOLABO, che tramite donazioni di importanti aziende del territorio, ha garantito ogni mese prodotti alimentare e per l'igiene a migliaia di persone   “Il quadro che è emerge è l'aumento delle famiglie in stato difficoltà, troviamo spesso persone che mai si sarebbe immaginato di ritrovare a chiedere aiuto per soddisfare dei bisogni primari”. Parola di Cinzia Migani, direttrice di Volabo, commentando dei dati decisamente allarmanti, tra nuove povertà e sempre più famiglie, spesso insospettabili, costrette a chiedere aiuto per difficoltà economiche e fragilità che rendono il quadro delle povertà anche nel territorio metropolitano di Bologna diverso rispetto ad una decina di anni fa. Insomma, aumenta il numero di chi non si ritrova in una situazione complicata per cause evidenti come ad esempio un divorzio, la perdita della casa o del posto di lavoro, “ma che invece conducono una vita normale, magari lavora più di una persona in famiglia, ma le risorse a disposizione sono insufficienti al mantenimento della vita quotidiana”, continua Migani. A confermarlo sono gli esiti del progetto “Un piatto per tutti”, realizzato dal fondo di comunità metropolitano “Dare per fare”, in collaborazione col centro servizi per il volontariato Volabo, allo scopo di sostenere le realtà attive nel territorio per contrastare lo spreco alimentare e supportare i soggetti più fragili, attraverso 41 Caritas, associazioni, cooperative, enti no profit e 9 empori solidali. Fra i donatori, la Granarolo spa, che dal 2022 dona latte, formaggi, yogurt e bevande per più di 16mila pasti mensili, con 2.800 famiglie raggiunte e 3.800 minori e la Romagnoli spa, che da novembre '23 allo scorso febbraio ha donato oltre due chili fra patate e cipolle agli empori, oltre alla Coswell spa, per prodotti di igiene, il Gruppo Granterre, salumi, e il Gruppo Montenegro, con 7mila confezioni di sostitutivi del pane, più olio, polenta, camomilla, tè e spezie. Recuperati inoltre col progetto Utile, promosso da Dismeco srl, Hera e Cna, più di 100 lavatrici. Adesso, fino al 3 novembre, aperto un nuovo avviso pubblico, con 210mila euro per progetti promossi da realtà del terzo settore. “Credo che questa diventi anche un'occasione -conclude Mingani- per chiedere a quelle aziende che ancora non hanno risposto di verificare quello che stanno facendo altri grandi gruppi, per poter anche implementare le loro azioni di responsabilità di impresa sociale e a sostenere tutte le famiglie in difficoltà”.