20 GIUGNO 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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20 GIUGNO 2024 - 14:42


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BOLOGNA: Omicidio Kristina Gallo, confermata pena di 30 anni per Cappello

La Corte d' Assise e d'Appello di Bologna, presieduta dal giudice Orazio Pescatore, ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione inflitta in primo grado con rito abbreviato a Giuseppe Cappello, il 45enne ritenuto colpevole dell'omicidio di Kristina Gallo con cui aveva una relazione. La ragazza di 26 anni è stata trovata morta dal fratello nella sua casa di Bologna il 26 marzo del 2019. La vittima era stata trovata in casa, nuda e con le gambe sotto il letto. Inizialmente la sua morte era stata ritenuta naturale e la Procura aveva chiesto l'archiviazione. Il caso poi era stato riaperto con l'ipotesi di omicidio aggravato dallo stalking dopo l'autopsia sul corpo della 26enne richiesto dalla famiglia, da cui era emerso che Kristina Gallo poteva essere stata strangolata. Le successive indagini hanno quindi portato all'arresto di Cappello nel luglio del 2022. Nella precedente udienza, il 30 maggio scorso, il sostituto pg Licia Scagliarini aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado mentre il difensore di Capello, l'avvocato Gabriele Bordoni, ha invece chiesto l'assoluzione del suo assistito. La Corte d'Assise e d'Appello di Bologna ha anche confermato le provvisionali per 100mila euro disposte in primo grado a favore dei familiari, assistiti dagli avvocati Francesco Cardile e Cesarina Mitaritonna, oltre a 10mila euro per l'associazione che tutela donne e minori "La caramella buona", rappresentata dall'avvocato Barbara Iannuccelli. L'imputato dovrà anche provvedere al pagamento delle spese processuali. "La sentenza è stata confermata e il dibattito, è stato completo, acceso, aperto e ci ha impegnato molto", hanno detto gli avvocati Mitaritonna e Cardile. "Il fratello di Kristina Gallo, dopo la lettura della sentenza, si è commosso - concludono - è stato un processo molto impegnativo per tutti".




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BOLOGNA: Trovato morto in casa, la moglie chiede i domiciliari

Al tribunale del Riesame ha chiesto per la propria assistita i domiciliari a casa della madre, ad Aosta. L'avvocata Chiara Rizzo difende Lorenza Scarpante, 56enne in carcere accusata di aver assassinato il marito Giuseppe Marra, 59 anni, nelle prime ore del 27 maggio, nella loro abitazione in via Zanolini, a Bologna. L'uomo era stato trovato morto in un lago di sangue all'ingresso dell'appartamento. La donna in seguito era stata interrogata e aveva negato ogni responsabilità.La Procura, con la pm Manuela Cavallo, ritiene che potrebbe aver ucciso il coniuge sbattendogli la testa contro gli spigoli del muro, dopo una serata in cui avevano entrambi assunto stupefacenti. Il Gip, pur non ravvisando pericolo di fuga, aveva disposto la custodia cautelare e la difesa ha fatto ricorso. I giudici del Riesame si sono riservati la decisione, attesa nelle prossime ore.     Agli atti c'è già una relazione medico legale, ha spiegato a margine dell'udienza l'avvocata Rizzo, dove si parlerebbe di condotta omicidiaria, ma si dice anche che non si possono escludere altre ipotesi e servono ulteriori approfondimenti, per chiarire se l'uomo abbia avuto un malore. I primi esiti tossicologici avrebbero confermato che i due avevano assunto droghe. La coppia aveva avuto un rapporto conflittuale, c'era stata una separazione, poi da marzo erano tornati a vivere insieme.