18 GIUGNO 2024

18:28

NOTIZIA DI CRONACA

DI

1296 visualizzazioni


18 GIUGNO 2024 - 18:28


NOTIZIA DI CRONACA

DI

1296 visualizzazioni



RIMINI: Muore dopo una serata in discoteca, disposta l'autopsia

Sarà fatta mercoledì l'autopsia sul corpo di Daniele Di Marino, il professore di biologia molecolare di 42 anni morto sabato sera sul lungomare di Bellaria Igea Marina dopo una serata in un locale sulla spiaggia. La Procura della Repubblica di Rimini ha aperto un fascicolo contro ignoti e probabilmente ancora senza ipotesi di reato in attesa dei risultato autoptici e i test tossicologici. Un atto dovuto anche in seguito alla segnalazione della moglie che si trovava con il professore al momento del malore fatale. Stando alla donna, incinta all'ottavo mese, il marito si è sentito male subito dopo essere uscito dal locale intorno alle 23.30. Sul posto erano intervenuti i carabinieri di Bellaria Igea Marina e il 118 che aveva provato a rianimare il professore per 50 minuti. Il referto del medico del 118 era stato che la morte poteva anche essere compatibile con cause violente. Stando a quanto riferito dalla moglie, Di Marino nel locale aveva ballato, "pogando" in pista e potrebbe in quel caso aver preso degli spintoni al torace e dei colpi alla testa.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Vigilessa uccisa, Riesame, "Gualandi è ancora pericoloso"

Non si può desumere dai colloqui psicologici e psichiatrici in carcere e dalla terapia farmacologica di 'compenso' con antidepressivi e ansiolitici che la pericolosità sociale specifica di Giampiero Gualandi sia venuta meno, così da poter essere contenuta in ambiente domestico familiare. Proprio in questo ambiente, per i giudici del Riesame di Bologna che hanno accolto l'appello della Procura contro gli arresti domiciliari, possono invece sempre insorgere conflittualità interpersonali e acuto stress. Lo spiega il tribunale nel motivare perché, dopo l'udienza del 27 dicembre, è stato disposto nuovamente il carcere (misura non esecutiva in attesa della Cassazione) per il 63enne ex comandante della polizia Locale di Anzola Emilia (Bologna) accusato dell'omicidio volontario aggravato della collega Sofia Stefani, 33 anni, con cui aveva una relazione. Sofia è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi nell'ufficio dell'uomo, al comando di Anzola. Il 17 febbraio inizia il processo davanti alla Corte di assise. L'imputato, difeso dall'avvocato Claudio Benenati, ha sostenuto che si è trattato di un incidente, uno sparo esploso per errore durante una colluttazione. La famiglia della vittima si costituirà parte civile, assistita dall'avvocato Andrea Speranzoni. I giudici, nell'analizzare la documentazione fornita della difesa sul quadro psicologico di Gualandi, osservano che l'essere seguito da qualche mese dal servizio psichiatrico pubblico non ha prodotto risultati di rilievo sotto l'aspetto dell'autocontrollo degli impulsi violenti: tant'è vero che il pomeriggio del 16 maggio ha sparato in viso alla persona con cui aveva una relazione extraconiugale. Quanto sostenuto dal Gip inoltre, e cioè che l'ambiente familiare non sarebbe in grado di generare situazioni di pressione emotiva e stress è sconfessato, osserva il Riesame, dalla tragica contabilità annuale di femminicidi in tale ambito. La collocazione coatta in un simile ambiente, concludono, potrebbe essere tutt'altro che 'sedativa' e tutt'altro che improduttiva di stress e pressione.