16 GIUGNO 2024

09:21

NOTIZIA DI CRONACA

DI

2069 visualizzazioni


16 GIUGNO 2024 - 09:21


NOTIZIA DI CRONACA

DI

2069 visualizzazioni



RAVENNA: Tipografia in fiamme, 5 indagati per incendio doloso

Sono 5 gli indagati per il rogo che, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre scorso, ha distrutto la storica Tipografia Moderna di Ravenna. Tra questi anche la stessa amministratrice della società. A tutti è arrivato l’avviso della fine delle indagini preliminari. Le accuse sono di incendio doloso e di turbativa d’asta. Secondo gli investigatori, i 5 avrebbero appiccato il fuoco cospargendo del liquido infiammabile in tre punti diversi dello stabile, per poi darsi alla fuga. L’intervento dei vigili del fuoco, assieme all’entrata in funzione dei dispositivi antincendio, ha evitato che lo stabilimento fosse interamente distrutto dalle fiamme, anche se i danni sono stati enormi. Il movente sarebbe quello di voler rimandare la procedura di vendita giudiziaria della tipografia, che era stata messa all’asta. Ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura.

(foto di archivio)




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.