16 GIUGNO 2024

11:09

NOTIZIA DI CRONACA

DI

1052 visualizzazioni


16 GIUGNO 2024 - 11:09


NOTIZIA DI CRONACA

DI

1052 visualizzazioni



BOLOGNA: Omicidio in via Ferrarese, arrestato 38enne, "Motivi passionali"

Nella tarda serata di ieri, in un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Michele Martorelli, la Squadra Mobile ha arrestato un cittadino ucraino di 38 anni, con precedenti penali, sospettato di un brutale omicidio.

La vittima, un connazionale di 40 anni, è stata trovata senza vita in un appartamento di via Ferrarese. Il corpo, riverso su una sedia, presentava diverse ferite sul corpo e alla testa. Trasportato d’urgenza all’ospedale Maggiore, è stato sottoposto a un intervento chirurgico per un grave trauma addominale che ha reso necessaria l'asportazione della milza, oltre a trattare una frattura cranica. Nonostante gli sforzi dei medici, l'uomo è deceduto nella tarda mattinata del 15 giugno.

Durante la perquisizione dell'appartamento, la Polizia Scientifica ha rilevato impronte latenti attribuite al sospettato. La presenza di telecamere di sorveglianza ha fornito ulteriori prove: i filmati mostrano l'uomo mentre entra nell’edificio armato di un oggetto contundente e ne esce poco dopo con tracce di sangue sul braccio.

Le prove raccolte hanno permesso al Pubblico Ministero di emettere un provvedimento di fermo per omicidio. Il sospettato è stato rintracciato nella zona Pilastro a bordo di un veicolo a lui intestato. Dopo le dovute perquisizioni, è stato condotto in Questura, dove è stato interrogato e successivamente trasferito alla casa circondariale locale.

Secondo le indagini, il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre a motivi passionali.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: "Omicidio del bilanciere", condanna definitiva a 23 anni di carcere

Per il caso dell'"omicidio del bilanciere", la Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza della Corte di appello di Bologna nei confronti Edi Zegarac, 54 anni, condannato a 23 anni di reclusione per l'assassinio di Nicola Donadio, di 50, avvenuto il 12 gennaio 2022 a Misano Adriatico (Rimini). La Corte d'appello di Bologna aveva condannato l'imputato, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, a 23 anni aumentando la pena emessa dalla Corte d'assise di Rimini che invece lo aveva condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione. Le parti civili, ossia le quattro figlie e la moglie di Donadio, originario di Chiaromonte (Potenza), avevano impugnato la sentenza di primo grado. Così anche il sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani che in primo grado aveva contestato ritenendole sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa. La Corte di Bologna aveva riconosciuto la aggravanti eliminando lo sconto di pena. Sentenza che con il rigetto della Cassazione diventa definitiva. Quello del bilanciere era stato un omicidio risolto in meno di 24 ore perché, la stessa vittima, ritrovata agonizzante, aveva dato ai carabinieri il nome del killer. "E' stato Edi. E' stato lui", prima di perdere i sensi, aveva avuto la forza di dire Donadio, colpito numerose volte al capo con un bilanciere d'acciaio. Non era morto subito e all'arrivo dei carabinieri del Nor di Riccione era stato in grado di parlare e prima di spirare aveva indicato la porta del bagno dove ancora si nascondeva il killer. Zegarac, quando aveva riaperto la porta del bagno in lacrime, aveva confessato subito.