23 MARZO 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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23 MARZO 2024 - 11:44


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BOLOGNA: Legato e picchiato per 16 ore in un casolare abbandonato, 4 arresti

Quattro persone sono state arrestate dai Carabinieri di Bologna per sequestro di persona, lesione aggravata e tortura, al termine di un'indagine partita la scorsa estate, in seguito all'arrivo al pronto soccorso di Vignola di un cittadino albanese che per 16 ore è stato legato mani e piedi e picchiato brutalmente dal gruppo, in un casolare abbandonato in Valsamoggia

 

Sequestro di persona, detenzione e porto illegale di arma da sparo, lesione personale aggravata, rapina e tortura. Sono le accuse che hanno portato all'arresto, da parte dei Carabinieri del nucleo investigativo di Bologna, di quattro soggetti di età compresa fra i 37 e i 28 anni, di cui tre albanesi residenti nel capoluogo e un italiano di Ancona, al termine di un'indagine cominciata la scorsa estate dopo l'arrivo al pronto soccorso di Vignola di un altro cittadino albanese con alcune fratture e altre lesioni gravi, ma guaribili in trenta giorni. Secondo quanto ricostruito, intorno alla mezzanotte del 18 agosto 2023 l'uomo, incensurato, è stato prelevato con la forza e l'inganno dalla sua abitazione in zona Borgo Panigale dai quattro arrestati, che successivamente li hanno trascinato prima in un garage e poi in un casolare abbandonato di Savigno, in Valsamoggia, dov'è stato vittima di pestaggi, sevizie, calci, pugni e bastonate per 16 ore, al fine di ottenere da lui informazioni su un suo conoscente, connazionale, irreperibile e con un debito di alcune decine di migliaia di euro nei loro confronti. Al termine delle sevizie, l'uomo è stato abbandonato sul ciglio di una strada e qui recuperato da un conoscente. Diversi, però, gli aspetti ancora da chiarire. Da quanto emerso finora, ad ogni modo, la vittima, classe 1991, è stata legata mani e piedi con un cavo elettrico, utilizzato anche per tentare di strozzarlo al fine di farsi dire dove trovare il connazionale che il gruppo non era più in grado di rintracciare. Visti i precedenti degli arrestati, dagli stupefacenti ai reati contro il patrimonio, nessuna pista è attualmente da escludere. Due dei quattro, nel 2020, erano già stati individuati per una serie di rapine in diverse gioiellerie bolognesi. Al momento del sequestro, portata via anche l'autovettura della vittima.

 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Caso Pierina, Luis Dassilva interrogato per sei ore

Ha risposto a tutte le domande del giudice Vinicio Cantarini e ha negato tutte le circostanze raccontate da Manuela Bianchi, Louis Dassilva, il senegalese di 35 anni assistito dai legali Riario Fabbri e Andrea Guidi. L'interrogatorio, al quale ha assistito anche il pm Daniele Paci, è durato poco meno di 6 ore e si è svolto nel carcere di Rimini. Al momento la lunga indagine sull'omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre del 2023, vede due persone indagate: Dassilva, per omicidio, e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, legata da una relazione al senegalese, per favoreggiamento. Bianchi, difesa dall'avvocata Nunzia Barzan e dal consulente Davide Barzan, il 4 marzo scorso è stata interrogata dal pm Paci: nel corso dell'interrogatorio avrebbe detto di aver visto Dassilva la mattina del ritrovamento del cadavere della suocera in garage. Dassilva le avrebbe quindi detto di non parlare, che c'era il cadavere di una donna e di dare l'allarme chiamando per primo il vicino. Bianchi ha detto di aver capito che l'assassino era Dassilva. Venerdì scorso si è tenuto invece un incidente probatorio sulle prove scientifiche che, secondo i legali del senegalese, scagionano Dassilva tanto che al termine dell'udienza Fabbri e Guidi ne hanno chiesto la scarcerazione. Il gip quindi ha deciso di interrogare Dassilva in carcere e al termine di 5 giorni dovrà decidere se scarcerarlo o meno. Ma il termine non è perentorio. Sull'interrogatorio della nuora i difensori di Dassilva hanno presentato osservazioni scritte che rileverebbero tutte le incongruenze. Intanto la Procura va avanti "un pezzo alla volta" in un rebus che si ricompone. Il pm Paci ha chiesto un incidente probatorio per interrogare nuovamente la Bianchi e cristallizzare le sue dichiarazioni su Dassilva. I difensori del senegalese si sono opposti, ma spetterà al giudice Cantarini decidere. In quel caso le accuse delle nuora contro Dassilva diventerebbero atti acquisiti e non più confutabili del processo.