5 NOVEMBRE 2024

17:17

NOTIZIA DI CRONACA

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5 NOVEMBRE 2024 - 17:17


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BOLOGNA: Simulano rapina in bar, tre denunciati

A insospettire i poliziotti è stata per prima cosa la durata della rapina, ricavata dai filmati della videosorveglianza: appena 19 secondi, troppo poco per minacciare con una pistola e prendere a pugni la barista, recuperare da un cassetto le chiavi della cassaforte, aprirla e arraffare il denaro, poco meno di 4.500 euro. E infatti, quella denunciata lo scorso 4 agosto da una dipendente di una caffetteria nell'area del centro commerciale Navile di Bologna era una messinscena, architettata dal marito della barista, 24enne di origine moldava, insieme a un complice, anche lui 24enne bolognese, e alla stessa ragazza, 23enne moldava. I tre sono stati denunciati a piede libero dalla polizia per furto aggravato ai danni del bar, la giovane è accusata anche di simulazione di reato. A smascherarli sono stati gli investigatori della Squadra Mobile, esaminando i video delle telecamere di sorveglianza del centro commerciale. Il rapinatore, mascherato con un cappuccio nero, si vede arrivare in bici e poi entrare nel bar, che sta aprendo in quel momento, impugnando una pistola. Dopo 19 secondi si allontana sulla stessa bici verso via Colombo. L'attenzione dei poliziotti è stata attirata da un furgone bianco che sostava nel luogo in cui il rapinatore viene perso di vista. Lo stesso furgone era stato ripreso, in alcuni filmati antecedenti la rapina, mentre sembrava seguire l'auto con cui la barista era arrivata al lavoro da Sasso Marconi, dove abita. Individuata la targa del furgone, si è scoperto che, benché intestato a un commerciante ambulante di Rimini, in quei giorni era in uso a un 23enne bolognese con vari precedenti, che tra l'altro risultava essere un conoscente del marito della barista, anche lui con precedenti: i due infatti erano stati in più occasioni controllati insieme dalle forze dell'ordine. A confermare i sospetti, a quel punto già piuttosto solidi, è stata la successiva perquisizione a casa del 'finto' rapinatore, dove i poliziotti hanno trovato la pistola (una 'scacciacani' senza tappo rosso), la bicicletta ripresa nei video e alcuni dei vestiti utilizzati durante la rapina. La felpa che indossava è stata invece rinvenuta a casa della barista e del marito. E' stato poi quest'ultimo a confessare ai poliziotti che la rapina era una messinscena e che tutto il denaro, 4.370 euro, era già stato speso per saldare alcuni debiti.




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CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.