9 OTTOBRE 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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9 OTTOBRE 2024 - 17:58


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RIMINI: Abusi sulla nipotina, pm chiede sei anni e sei mesi

Sei anni e sei mesi di reclusione per aver molestato sessualmente una bimba di 10 anni, nipotina della compagna, è la richiesta di condanna formulata al termine della requisitoria dal pubblico ministero, Luca Bertuzzi, a carico di 50enne di Cologno Monzese. Il processo davanti al gup del tribunale di Rimini con rito abbreviato, è stato poi aggiornato al prossimo 23 ottobre per repliche e sentenza. L'uomo secondo la denuncia, si appartava con la nipotina nella camera d'albergo in cui trascorreva le vacanze e abusava di lei. Situazioni che si sarebbero ripetute più volte durante una vacanza al mare della bimba con lo zio acquisito e la zia materna. Il 50enne di origine peruviana è stato quindi indagato dai carabinieri di Bellaria Igea Marina per violenza sessuale sulla nipote di 10 anni.




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BARCELLONA: Cavallari tradito dal cellulare, caccia ai complici | VIDEO

Si trova in carcere in spagna in attesa dell’estradizione Andrea Cavallari, dopo la fuga durante le festa di laurea. Nel frattempo emergono altri dettagli sul suo arresto, mentre prosegue la ricerca dei complici. È stato un telefonino a tradire Andrea Cavallari, il 26enne modenese condannato per la strage di Corinaldo ed evaso il 3 luglio scorso dal carcere della Dozza di Bologna durante un permesso premio concesso per la sua laurea. Dopo giorni di ricerche, la sua fuga si è conclusa in un albergo a Lloret de Mar, in Spagna. Tutto è iniziato con le immagini di una festa in famiglia. Le telecamere di sorveglianza di un ristorante in cui Cavallari stava pranzando con i parenti dopo la discussione della tesi lo hanno ripreso mentre usava un telefonino. Gli investigatori, attraverso l'analisi delle immagini, sono riusciti a identificare l'apparecchio e intercettarne il numero. Da lì hanno seguito i movimenti del latitante, tracciandone lo spostamento da Bolognaa fino a Barcellona, per poi arrivare all'albergo della Costa Brava dove è stato bloccato. Ma il telefonino non è stato l’unico errore fatale. Fondamentale per la sua localizzazione è stata anche la pista del denaro. Durante la latitanza Cavallari ha utilizzato una carta di credito intestata a una donna, dove erano stati depositati migliaia di euro. I pagamenti hanno permesso agli investigatori di restringere il campo. Al momento dell’arresto, Cavallari era in possesso del cosiddetto “kit del fuggiasco”: documenti falsi, soldi falsi (almeno 800 euro in banconote da 20 euro contraffatte) e la carta di credito usata per tutte le spese. Elementi che confermano l’ipotesi, ora al vaglio degli inquirenti, di una rete di fiancheggiatori che avrebbe supportato l’evasione e la fuga all’estero. Non è escluso che alcuni complici possano essere stati conosciuti durante la detenzione alla Dozza. L’attenzione delle autorità è ora rivolta proprio a identificare e rintracciare questi possibili complici. Attendendo anche il ritorno in Italia, che avverrà tra pochi giorni.