31 OTTOBRE 2024

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31 OTTOBRE 2024 - 19:35


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RIMINI: Gli rivolge insulto omofobo, l'altro gli spacca la mascella

Gli rivolge un insulto omofobo e l'altro gli spacca la mascella. E' successo durante una festa privata ad un ragazzo di 21 anni, che difeso dall'avvocato Giovanna Ollà, ha denunciato due dei suoi assalitori. Tutto ha inizio la sera del 18 dicembre dello scorso anno, quando il 21enne invitato dal padrone di casa partecipa ad un aperitivo con musica. La serata era iniziata intorno alle 21 e - stando al racconto del giovane - a quell'ora tutti i partecipanti erano già ubriachi. Verso la mezzanotte, per riavviare la musica il 21enne era entrato in una camera dell'abitazione dove - a suo dire - vi erano due ragazzi e una ragazza che stavano chiacchierando tra loro stesi sul letto. Ad un certo punta "senza alcuna finalità offensiva - racconta il 21enne nella sua querela - mi sono rivolto ad uno dei due ragazzi apostrofandolo" con un epiteto omofobo.

Allora i due ragazzi sul letto si sono alzati di scatto per avere ragione dell'insulto e dopo averlo spintonato uno dei due gli ha tirato un pugno al volto, alla mascella, alla fronte e al collo. Solo l'intervento dei compagni alla festa avevano evitato il peggio.

Ricoverato e trasportato all'ospedale 'Bufalini' di Cesena il ragazzo è stato operato al volto per la frattura della mandibola e una volta dimesso ha presentato denuncia. A processo quindi per lesioni gravissime sono finiti due ragazzi, un maggiorenne davanti al Tribunale di Rimini difeso dall'avvocato Giovanni Benzi e un minorenne per cui si procede separatamente davanti al Tribunale dei minori di Bologna. Lunedì pomeriggio sono stati ascoltati i testimoni della Procura. Procede invece parallelo un altro procedimento davanti al Giudice di Pace in cui il giovane con la mascella operata sarebbe stato tirato in ballo dal presunto aggressore per lesioni dovute ad un calcio.




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Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.