15 OTTOBRE 2024

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NOTIZIA DI CRONACA

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15 OTTOBRE 2024 - 17:58


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RIMINI: Violenza sessuale ad una festa in villa, patteggia 30 mesi

Un 20enne riminese accusato di violenza sessuale da una ragazza 18enne ha patteggiato due anni e sei mesi con la sospensione della pena condizionata al risarcimento della vittima con 12mila euro e alla frequentazione, per almeno 8 mesi, di un corso di riabilitazione per uomini violenti. I fatti risalgono al 31 luglio del 2021, quando i due giovani si ritrovano ad una festa in villa con piscina a Coriano. Ad un certo punto, forse complice l'alcol, il ragazzo aveva trascinato la 18enne in un angolo appartato. Per vincere le resistenze della ragazza, le aveva messo le mani al collo quasi a volerla strangolare. Momenti orrendi che la giovane ha dettagliato in una denuncia ai carabinieri. I militari dell'arma coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani hanno identificato i 20enne che è stato denunciato e rinviato a processo.




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CESENA: Inscenarono funerale durante unione gay, tutti prescritti ex forzanuovisti

Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.