11 OTTOBRE 2024

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11 OTTOBRE 2024 - 15:41


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BOLOGNA: Inchiesta Gdf su infiltrazioni mafiose, Libera, "servono anticorpi"

Gli interessi delle mafie in regione si confermano, servono anticorpi ancora più forti”. Così ai nostri microfoni il referente di Libera Bologna, Andrea Giagnorio, dopo l'inchiesta delle Fiamme Gialle che ha portato a due arresti e 16 indagati per riciclaggio di denaro provenienti da attività illecite di 'ndrangheta e camorra, estorsione, usura e diversi altri reati, aggravati dal metodo mafioso

“Gli interessi della mafie in Emilia-Romagna si confermano, da Aemilia che ormai è di dieci anni fa. Serve ancora più attenzione anche e soprattutto da parte delle istituzioni e della cittadinanza, per far crescere quegli anticorpi che diciamo sempre esserci sempre nella nostra regione, ma forse devono essere ancora di più e ancora più forti”. Andrea Giagnorio, referente di Libera Bologna, commenta così l'inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato all'arresto di due persone e 16 indagati in tutto, per una serie lunghissima di reati, aggravati dal metodo mafioso, fra i quali riciclaggio, usura, sfruttamento della prostituzione e tentata estorsione. In manette sono finiti Massimo Nicotera, 50enne campano ritenuto vicino al clan Veneruso-Rea, già ai domiciliari a Formia, e Omar Mohamed, imprenditore 39enne di origine calabrese, soprannominato “lo sceicco”. Girava sotto le torri con auto di lusso, che sarebbero acquistate riciclando i soldi di 'ndrangheta e camorra, investiti soprattutto in immobili e attività della ristorazione in centro e in via Serlio, con il locale Pizzartist e una società che gestisce impianti sportivi nel parco del Dlf. Il 39enne, che per ora davanti al gip è rimasto in silenzio, avrebbe inoltre elargito prestiti a commercianti in difficoltà con tassi altissimi. Il valore dei beni sequestrati supera i due milioni di euro. Il referente di Libera parla di segnale importante rappresentato dall'inchiesta, la terza in pochi mesi, a conferma della grande attenzione sul settore da parte delle forze di polizia. Ma non solo. “L'altra cosa che ci dice è che Bologna purtroppo vede agire tante mafie insieme e che collaborano -continua Giagnorio-. E la terza cosa che ci dice è che c'è tutta una dimensione di violenza che un po' è sottotraccia, un po' non lo è, ma che è assolutamente parallela dalle attività dal punto di vista di crimini economici. Questo conferma un po' l'analisi e il racconto della città che noi stiamo facendo da qualche anno”. Insieme alla giornalista Sofia Nardacchione, Giagnorio è autore di una video inchiesta in cui, già qualche anno fa, si parlava ad accendere qualche riflettore in più sulle attività dell'imprenditore. “Si, avevamo già raccontato come si muoveva in città questo personaggio -conclude il referente di Libera Bologna- che è è già imputato in un altro processo con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso”. Nella lista degli indagati compare anche il nome del direttore artistico dei teatri Celebrazioni e EuropAuditorium Filippo Vernassa, accusato di usura ed estorsione aggravate, ma senza alcuna custodia cautelare nei suoi confronti. "Sono fatti e situazioni di cui sono completamente estraneo" ha subito fatto sapere. A prendere le distanze è stata anche l'associazione Dlf, che con una nota spiega: “Vogliamo ribadire con fermezza la totale estraneità del Dlf di Bologna da qualsivoglia atto criminoso compiuto" e "agiremo in ogni opportuna sede nei confronti di chi utilizzerà strumentalmente detti accadimenti per gettare fango sulla nostra Associazione e sulla integrità morale dei propri componenti, dirigenti e soci. Come Dopolavoro Ferroviario ci siamo immediatamente messi a disposizione della Guardia di Finanza, fornendo tutta la documentazione richiesta e garantendo la massima collaborazione nella verifica delle attività in questione. Ci è stato chiarito che le attività continueranno ad essere operative, attraverso la gestione di una figura incaricata dal Tribunale di Bologna che consentirà anche la continuità dei rapporti di lavoro esistenti. All’interno del Parco DLF di Bologna, gestito da quasi 100 anni dal DLF, operano oggi numerose realtà che hanno consentito di innalzare il livello qualitativo dell’offerta ludica, sportiva, sociale, a favore del territorio cittadino, contribuendo a fare di questo luogo uno spazio di accoglienza e di inclusione unico".




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

BOLOGNA: Olio esausto rubato e rivenduto illegalmente, arresti dei Carabinieri | VIDEO

Vasta operazione dei Carabinieri, in tutta Italia, che partendo da alcune segnalazioni di furti nel Bolognese ha portato alla scoperta di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di olio esausto, che poi veniva rivenduto all’estero come biodiesel, senza alcuna lavorazione. Ventidue gli indagati, fra le società posto sequestro anche una di Crevalcore Sgominata un’associazione a delinquere, radicata in Campania e con alcuni membri che poi è emerso essere contigui alla camorra, attiva in diverse regioni del Paese e dedita al recupero di oli esausti e a fittizie raffinazioni prima della rivendita sul mercato del biodiesel. Un attività in grado di produrre profitti illeciti, tra il 2021 e il 2022, di oltre due milioni e mezzo di euro. È quanto emerso al termine dell’operazione denominata “Petrolio dorato”, condotta dai nuclei operativi di Bologna, Treviso e Venezia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all’esecuzione, da parte dei Carabinieri del Gruppo di Tutela ambientale del capoluogo veneto, a 11 misure cautelari, di cui 5 domiciliari, più altre undici persone indagate e due società autorizzate al trattamento degli oli esausti poste sotto sequestro. Una si trova vicino Padova, l’altra a Crevalcore, nel Bolognese, provincia da cui è partita l’indagine in seguito ad alcune segnalazioni di furti dalle campane per la raccolta di olio. Poi sono aggiunte quelle dei consorzi del settore e da lì, tramite anche intercettazioni, pedinamenti e gps sui camion è stato svelato il sistema messo in piedi dal sodalizio criminoso, che oltre ai furti acquistava anche regolarmente l’olio esausto, lo lavorava in modo fittizio, in alcuni casi semplicemente aggiungendo dell’acqua, e poi lo rivendeva prevalentemente all’estero. Austria, Slovacchia, Malta, Ungheria, Bulgaria, Libia. Qui ci arrivavano anche tramite attività economiche gestite dagli indagati in Spagna e Grecia. Individuati anche siti in Veneto, Trentino, Lazio e Campania: 16 le perquisizioni, con diversi sequestri, lungo tutto lo stivale. Sigillato inoltre a Bargellino, alle porte di Bologna, anche un immobile riconducibile ad uno degli indagati, presumibilmente prossimo all’avvio delle stesse attività illecite emerse dall’indagine, che ha visto anche il coinvolgimento dell’Europol.