26 GIUGNO 2023

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NOTIZIA DI CRONACA

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26 GIUGNO 2023 - 16:45


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RAVENNA: Spento dopo 5 giorni l'incendio di rifiuti alluvionali

E' stato spento dai vigili del fuoco l'incendio che si era sviluppato lo scorso 21 giugno a Mezzano (Ravenna), nell'area di stoccaggio temporaneo di rifiuti in via Reale 85. A scopo precauzionale i pompieri di Ravenna continueranno a presidiare la situazione fino a domani, per verificare che non si riattivino piccoli focolai. Le squadre giunte a supporto da altre città hanno invece terminato la loro attività.   Secondo i risultati delle ultime analisi condotte da Arpae aseguito dell'installazione del campionatore ad alto volume per la ricerca di microinquinanti organici, il valore rilevato di diossine e furani (PCDD/DF) è 0,095 pg/m3: non ci sono valori normativi in materia, ma si tratta di un valore sensibilmente inferiore rispetto alle indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, che suggerisce di tenere monitorata la sorgente qualora si rilevino concentrazioni superiori a 0,3 pg/mü). Il valore rilevato di PCB-DL è di 0,008 pg/m3, superiore al valoreper i siti rurali (0,005 pg/m3), ma in netto calo rispetto alla prima rilevazione (0,025 pg/mü). Inoltre Arpae ha provveduto ad effettuare un campionamento finale della qualità dell'aria i cui risultati saranno noti nei prossimi giorni.   Nel frattempo, considerando che il problema principale rappresentato dalle diossine prodotte da un incendio è quello della ricaduta e della deposizione su prodotti vegetali che possono entrare nella catena alimentare, il Comune di Ravenna, sulla scorta del parere dell'Ausl della Romagna, ha rinnovato la raccomandazione ai cittadini che risiedono nell'area a due chilometri dall'incendio (e in particolare nelle frazioni di Mezzano, Glorie, Ammonite e Borgo Masotti) di consumare frutta e verdura raccolta in questa zona solo dopo averla lavata accuratamente e sbucciata.




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Si chiude con un proscioglimento per intervenuta prescrizione la vicenda giudiziaria legata al controverso 'funerale simbolico' inscenato da militanti di Forza Nuova durante una cerimonia di unione civile tra due uomini, celebrata a Cesena il 5 febbraio 2017. Il Tribunale di Forlì, riunito in composizione collegiale, ha dichiarato oggi il non doversi procedere nei confronti di tutti gli imputati. All’epoca dei fatti, l’azione – con tanto di bara e corteo funebre – sollevò forti polemiche a livello locale e nazionale, venendo immediatamente bollata come offensiva e omofoba. La Procura di Forlì aprì un fascicolo ipotizzando la violazione della Legge Mancino, che punisce atti discriminatori motivati da odio razziale o omofobico. In primo grado, però, il Tribunale escluse la sussistenza della violazione della legge 205/1993, assolvendo gli imputati da tale accusa. Tra loro anche Mirco Ottaviani, oggi dirigente del Movimento Nazionale La Rete dei Patrioti, difeso dagli avvocati Mario Giancaspro e Tommaso Golini, che assistevano complessivamente otto dei dieci imputati. Tuttavia, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, era stato loro contestato anche il reato di diffamazione con altro mezzo di pubblicità, accusa che portò a una condanna. La Corte d’Appello di Bologna, lo scorso ottobre, aveva annullato la sentenza di condanna per un vizio procedurale: agli imputati assenti non era stato notificato l’estratto del verbale d’udienza contenente la nuova imputazione, fatto che ha comportato la nullità dell’intero procedimento per difetto di contestazione.