23 DICEMBRE 2023

14:42

NOTIZIA DI CRONACA

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23 DICEMBRE 2023 - 14:42


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RIMINI: “Tu sei una mia proprietà” e la picchiava, arrestato 29enne

"Tu sei una mia proprietà, con le tue amiche non esci". Lo ripeteva continuamente alla fidanzata, il 29enne calabrese originario di Locri, arrestato dai carabinieri per maltrattamenti nei confronti dell'ex ragazza, conosciuta mentre lavorava come stagionale in un hotel. Al giovane, i carabinieri al termine di una rapida indagine, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani, hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli. Al termine della relazione, stroncata dalla ragazza, il 29enne aveva commesso atti di autolesionismo, come quello di tirarsi i capelli fino a sanguinare, e poi negli ultimi mesi era arrivato alle aggressioni fisiche e verbali. "Ti ammazzo, ti metto su una sedia a rotelle e poi mi prendo cura di te", diceva alla ragazza. In alcune occasioni l'aveva schiaffeggiata e spintonata a terra. L'ultimo tentativo di aggressione è avvenuto il 18 dicembre quando si era presentato sul posto di lavoro della ex fidanzata minacciandola. Lei, esausta, aveva chiesto aiuto ai carabinieri ai quali già da tempo aveva denunciato i comportamenti del giovane confidando di avere paura per la propria vita.




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: "Omicidio del bilanciere", condanna definitiva a 23 anni di carcere

Per il caso dell'"omicidio del bilanciere", la Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza della Corte di appello di Bologna nei confronti Edi Zegarac, 54 anni, condannato a 23 anni di reclusione per l'assassinio di Nicola Donadio, di 50, avvenuto il 12 gennaio 2022 a Misano Adriatico (Rimini). La Corte d'appello di Bologna aveva condannato l'imputato, difeso dall'avvocato Massimiliano Orrù, a 23 anni aumentando la pena emessa dalla Corte d'assise di Rimini che invece lo aveva condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione. Le parti civili, ossia le quattro figlie e la moglie di Donadio, originario di Chiaromonte (Potenza), avevano impugnato la sentenza di primo grado. Così anche il sostituto procuratore di Rimini, Davide Ercolani che in primo grado aveva contestato ritenendole sussistenti le aggravanti di futili motivi e minorata difesa. La Corte di Bologna aveva riconosciuto la aggravanti eliminando lo sconto di pena. Sentenza che con il rigetto della Cassazione diventa definitiva. Quello del bilanciere era stato un omicidio risolto in meno di 24 ore perché, la stessa vittima, ritrovata agonizzante, aveva dato ai carabinieri il nome del killer. "E' stato Edi. E' stato lui", prima di perdere i sensi, aveva avuto la forza di dire Donadio, colpito numerose volte al capo con un bilanciere d'acciaio. Non era morto subito e all'arrivo dei carabinieri del Nor di Riccione era stato in grado di parlare e prima di spirare aveva indicato la porta del bagno dove ancora si nascondeva il killer. Zegarac, quando aveva riaperto la porta del bagno in lacrime, aveva confessato subito.