17 NOVEMBRE 2023

14:50

NOTIZIA DI CRONACA

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17 NOVEMBRE 2023 - 14:50


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RIMINI: Buttafuori uccise pompiere, Procura chiede giudizio immediato

Uccise a pugni, secondo l'accusa, un vigile del fuoco davanti alla discoteca Frontemare di Miramare, dove lavorava come buttafuori. A cinque mesi dei fatti, il sostituto procuratore Davide Ercolani ne ha chiesto il giudizio immediato. Klajdi Mjeshtri, 28 anni, di origine albanese, difeso dagli avvocati Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti del Foro di Rimini è detenuto in carcere a Rimini dal 12 giugno, giorno della morte, sopraggiunta in ospedale, di Giuseppe Tucci, 34 anni, vigile del fuoco all'aeroporto di Rimini. Tucci, originario di Foggia e padre di un bimbo, morì dopo ore di agonia successive al pestaggio avvenuto nei pressi della discoteca e originato da uno screzio su una ragazza. Due le aggravanti contestate dalla Procura: la prima è la minorata difesa della vittima decisamente meno prestante fisicamente del buttafuori; inoltre in base alla ricostruzione fatta dalla Squadra mobile intervenuta sul posto, Tucci era trattenuto da due addetti alla sicurezza che lo stavano allontanando dal locale quando Mjeshtri aveva iniziato a colpirlo.    

Il pm Ercolani ha anche contestato una seconda aggravante che è quella dell'abuso di prestazione d'opera perché Mjeshtri aveva agito in qualità di addetto alla sicurezza del Frontemare. Secondo quanto sostenuto da Mjeshtri, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, il pompiere lo aveva fortemente provocato infastidendo la fidanzata e poi con minacce e insulti. Dopo i fatti, inoltre, ha raccontato di non essere scappato ma di essere rimasto sul posto ad attendere il 118 e di essere andato in ospedale ad accertarsi delle condizioni di Tucci. Il vigile del fuoco, che lascia i genitori, una compagna e un figlio adolescente, difesi dall'avvocato Marco Ferri,  sarebbe stato colpito più volte con calci e pugni ed è morto il giorno seguente il pestaggio.
 




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RIMINI: Omicidio Pierina, forse le telecamere hanno ripreso il killer

Sono sotto attenzione a Rimini le immagini delle videocamere di sicurezza di una farmacia che potrebbero aver ripreso il killer di Pierina Paganelli, la 78enne ammazzata con 29 coltellate la sera del 3 ottobre nelle scale del garage condominiale della sua abitazione. E’ questo quanto trapela da ambienti investigativi che da quella notte stanno lavorando alacremente, coordinati dal sostituto procuratore Daniele Paci, per dare un nome e un cognome all’assassino. Tre erano le telecamere della farmacia San Martino accese quella notte: una di queste punta verso la rampa di accesso alle autorimesse e ha ripreso la vittima rincasare attorno alle 22.12, un’altra guarda invece in direzione opposta e ha immortalato una figura maschile allontanarsi con qualcosa in mano verso le 22.20. Si tratta di un’immagine molto sgranata ma che potrebbe essere quella decisiva per una svolta delle indagini. Nelle ultime settimane gli inquirenti sono più volte tornati sulla scena del delitto: sono stati analizzati i flussi video di altre videocamere, quelle del garage, che hanno registrato le urla della 78enne e un timbro vocale di un'uomo che si sarebbe poi allontanato in ascensore. La donna, Testimone di Geova, era rientrata da una serata di preghiera. Le indagini si sono subito scontrate con un velo di omertà da parte degli appartenenti alla congregazione i quali, secondo quanto emerso, il giorno seguente alla morte di Pierina avrebbero dovuto discutere dell’allontanamento della nuora di quest’ultima, la stessa persona che ha trovato il cadavere il 4 ottobre in via del Ciclamino.