EMILIA-ROMAGNA: Stragi, mafia e ribalta mediatica, un anno sotto i riflettori per la Corte d'Appello di Bologna | VIDEO
E' stato un anno molto impegnativo quello appena terminato, per la Corte d'Appello emiliano-romagnola. Un anno che ha visto arrivare a una svolta vicende processuali che hanno fortemente coinvolto l'opinione pubblica: dal processo per i fatti di Bibbiano, originati dall'inchiesta Angeli e Demoni, a quello per la strage del 2 agosto 1980, terminato con la condanna di Paolo Bellini all'ergastolo. E ancora, c'è stata la condanna dei carabinieri implicati nei reati della Caserma Levante a Piacenza, con la conferma del delitto di tortura e la chiusura definitiva del primo capitolo del processo di 'ndrangheta Aemilia con la sentenza passata in giudicato. Un bilancio tracciato in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario in Corte d'Appello a Bologna dal presidente, Oliviero Drigani e dalla procuratrice generale Lucia Musti che si è soffermata sul fenomeno mafioso in Emilia-Romagna, regione che ha definito madre adottiva, anche se non naturale, delle mafie, ricordando che il prossimo 7 febbraio inizierà, proprio in Corte d'Appello, il processo di mafia Aemilia Bis. Soddisfatto dell'anno giudiziario appena terminato, il presidente della Corte d'Appello Oliviero Drigani, che ha auspicato un 2023 all'insegna della collaborazione tra tutte le componenti della giurisdizione.
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