29 GENNAIO 2023

10:17

NOTIZIA DI CRONACA

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29 GENNAIO 2023 - 10:17


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EMILIA-ROMAGNA: Stragi, mafia e ribalta mediatica, un anno sotto i riflettori per la Corte d'Appello di Bologna | VIDEO

E' stato un anno molto impegnativo quello appena terminato, per la Corte d'Appello emiliano-romagnola. Un anno che ha visto arrivare a una svolta vicende processuali che hanno fortemente coinvolto l'opinione pubblica: dal processo per i fatti di Bibbiano, originati dall'inchiesta Angeli e Demoni, a quello per la strage del 2 agosto 1980, terminato con la condanna di Paolo Bellini all'ergastolo. E ancora, c'è stata la condanna dei carabinieri implicati nei reati della Caserma Levante a Piacenza, con la conferma del delitto di tortura e la chiusura definitiva del primo capitolo del processo di 'ndrangheta Aemilia con la sentenza passata in giudicato. Un bilancio tracciato in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario in Corte d'Appello a Bologna dal presidente, Oliviero Drigani e dalla procuratrice generale Lucia Musti che si è soffermata sul fenomeno mafioso in Emilia-Romagna, regione che ha definito madre adottiva, anche se non naturale, delle mafie, ricordando che il prossimo 7 febbraio inizierà, proprio in Corte d'Appello, il processo di mafia Aemilia Bis. Soddisfatto dell'anno giudiziario appena terminato, il presidente della Corte d'Appello Oliviero Drigani, che ha auspicato un 2023 all'insegna della collaborazione tra tutte le componenti della giurisdizione.




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EMILIA-ROMAGNA: Cocaina 'una volta sola e a San Marino', carabiniere reintegrato

L'assunzione di cocaina da parte di un appuntato dei carabinieri è stata un episodio isolato ed è avvenuta a San Marino, cioè in "territorio straniero": per questo motivo il militare va reintegrato. Lo ha deciso il Tar dell'Emilia-Romagna, accogliendo il ricorso dei difensori del carabiniere, in servizio in regione, che avevano impugnato la sanzione disciplinare della perdita del grado per rimozione disposta per aver fatto uso occasionale di sostanze stupefacenti. La vicenda era emersa quando, all'esito di esami clinici, l'appuntato era risultato "non negativo" agli stupefacenti e aveva ammesso di aver assunto una sola volta cocaina. Per il tribunale amministrativo di Bologna la sanzione ha violato il principio della proporzionalità. La perdita del grado per rimozione, infatti, fa seguito a una valutazione di particolare gravità del comportamento e nel caso specifico ci sono profili di "manifesta illogicità e irragionevolezza" nell'espulsione, che comporta effetti irreversibili sullo stato del militare, padre di due figli minori. La condotta sarebbe stata episodica e occasionale, il militare, riepiloga il Tar, "ha ammesso immediatamente l'assunzione della sostanza, che è avvenuta in territorio straniero (Repubblica di San Marino) e non risulta aver avuto nessuna eco né nell'ambiente lavorativo né sugli organi di stampa". Il carabiniere, peraltro, "non risulta avere contatti diretti con ambienti criminali", "l'assunzione della sostanza è stata isolata e non abituale (ossia né frequente, né reiterata)" e la vicenda, osserva il Tar, "non è connotata da ulteriore disvalore, anche per violazione degli obblighi di lealtà e fiducia reciproca".