23 APRILE 2016

16:00

NOTIZIA DI CRONACA

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23 APRILE 2016 - 16:00


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RIMINI: Caso concussione, l'Agenzia delle Entrate assicura "piena collaborazione"

L'Agenzia delle Entrate dell'Emilia Romagna "assicura la piena collaborazione agli inquirenti che hanno arrestato un dipendente dell'Ufficio di Forlì-Cesena con l'accusa di concussione". Lo scrive in una nota la stessa Agenzia spiegando di "condannare con fermezza qualsiasi comportamento disonesto" e "punisce duramente i colpevoli, a difesa dell'onorabilità di tutti i funzionari che operano quotidianamente con onestà e impegno". Inoltre le Entrate sottolineano che "non appena riceveranno gli atti della Procura, adotteranno tutti i provvedimenti contemplati dalla disciplina legale e contrattuale, a partire dalla sospensione obbligatoria del servizio fino al licenziamento e alla costituzione di parte civile nel processo penale". "Questi casi di illeciti danneggiano l'immagine dell'Agenzia" commenta il Direttore regionale Antonino Di Geronimo "e della stragrande maggioranza dei colleghi che ogni giorno lavorano nei nostri uffici con integrità a servizio dello Stato e dei cittadini. E' proprio per difendere il loro operato che siamo pronti a punire duramente i comportamenti delittuosi".




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

FAENZA: Riciclaggio, associazione a delinquere sgominata dalla GdF

I finanzieri della Compagnia di Faenza hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disposte dal GIP del Tribunale di Ravenna, nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti ad un sodalizio che ha ottenuto indebiti profitti, per circa 2 milioni di euro, in danno di oltre 500 persone residenti in 13 Regioni. L’associazione, promossa da un ravennate, prospettava falsamente la possibilità di accedere a finanziamenti erogati da organismi dell’Unione Europea, anche in parte a fondo perduto, per fornire liquidità alle imprese o per fabbisogni familiari. Complessivamente 50 milioni di euro i finanziamenti promessi dai 4 soggetti, che non sono mai arrivati, in quanto i fondi europei erano del tutto inesistenti. Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle di Faenza, il meccanismo di frode adottato dal sodalizio, che si avvaleva di società con sede a Roma, Viareggio e Cagliari, prevedeva la richiesta alle vittime di un compenso da versare sui conti bancari delle medesime società a titolo di pagamento per l’istruttoria necessaria ad avviare la pratica di finanziamento. Svariate le casistiche rilevate, dalla richiesta di finanziamento per compravendite immobiliari, con le vittime che talvolta avevano già stipulato compromessi contando su quelle risorse aggiuntive, a istanze presentate per fronteggiare crisi di liquidità familiare, circostanze in cui per pagare l’istruttoria era stato addirittura acceso un ulteriore prestito a monte.