7 MARZO 2016

16:47

NOTIZIA DI CRONACA

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7 MARZO 2016 - 16:47


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RAVENNA: Auto e barche di lusso, maxi frode carosello, evasi 27 milioni

La Guardia di Finanza di Ravenna ha scoperto l'ennesima frode, cosiddetta “carosello” con al centro la Repubblica di San Marino. Le fiamme gialle hanno messo gli occhi addosso a sei diverse imprese, tutte riconducibili ad un 53enne faentino operante nel commercio di veicoli e di imbarcazioni da diporto, che aveva messo in piedi un sofisticato sistema al fine di evadere le imposte italiane grazie ad una triangolazione tra Italia, Titano e la zona franca di Madeira in Portogallo. In sostanza le sedi erano fittiziamente all'estero, ma l'attività nel nostro paese. Da una prima ricostruzione sarebbero stati evasi 27 milioni di euro. 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Uccise la moglie, confermata la pena a 23 anni di carcere

E’ arrivato a conclusione il processo ai danni di Giovanni Laguardia, 72enne riminese che ha ucciso la moglie, Vera Mudra, nell’ottobre 2020. La cassazione ha confermato la pena inflitta in primo grado. 23 anni di carcere. Questa la sentenza della corte di cassazione nel terzo e ultimo appello che ha visto alla sbarra Giovanni Laguardia, ex idraulico riminese di 72 anni, che il 26 ottobre 2020 aveva ucciso, colpendola con un martello, la moglie Vera Mudra, 61enne originaria dell’Ucraina. I giudici hanno  confermato la pena già stabilita nel primo grado di giudizio, contro la quale la difesa aveva fatto appello. La questione era tutta concentrata sul fatto che l’imputato fosse, al momento dell’omicidio, in grado o meno di intendere e di volere. Per questo era arrivata dagli avvocati di Laguardia la richiesta di sottoporre il loro assistito a una nuova perizia psichiatrica. Richiesta che la Cassazione ha rigettato, mettendo quindi definitivamente la parola fine sul processo. All’imputato erano state comunque riconosciute le attenuanti generiche per avere confessato subito quanto accaduto alle autorità. Era stato infatti lo stesso 72enne, subito dopo aver commesso il fatto, in piena notte, a telefonare alla cugina della moglie per raccontare tutto. Secondo quanto ricostruito nel processo, la donna aveva scoperto il tradimento del marito e voleva  lasciarlo.  Una decisione che l’uomo non riusciva ad accettare. Non c’è stata però alcuna premeditazione, hanno stabilito i giudici, una aggravante che sarebbe costata all’uomo la pena dell’ergastolo.