18 FEBBRAIO 2016

15:50

NOTIZIA DI CRONACA

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18 FEBBRAIO 2016 - 15:50


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GAMBETTOLA: Da domani parziale riapertura del ponte sul fiume Rigossa- VIDEO

Il ponte sul fiume Rigossa, porta di ingresso di Gambettola, torna ad essere parzialmente fruibile, con l'apertura della passerella pedonale. Da domani, a partire dalle ore 19,  potranno passare pedoni e bici portate a mano. Pronti anche i marciapiedi, l'impianto d'illuminazione  e nuovi parcheggi. Il nuovo ponte sul Rigossa, inizierà in questo modo, dopo una 40ina di giorni di lavori, a ricollegare le due parti della città. La consegna avviene con quasi un mese di anticipo, ribadisce il sindaco, che  aggiunge: "Stiamo rispettando il  programma che avevamo prestabilito e contiamo di aprire il ponte, nell'arco di qualche mese, anche al traffico veicolare». Particolare attenzione, oltreché alla struttura, anche all'estetica per dare a Gambettola una qualificata porta di accesso alla zona del centro. Ma questa non è l'unica struttura sulla quale sta lavorando il comune. Nelle aree adiacenti al ponte è stato completato il parcheggio con 9 posti auto, per la metà già fruibile, è stata completata anche l’area dove verrà posta la pensilina per la fermata delle corriere e il corrispondente camminamento. Dal prossimo aprile invece inizieranno i lavori per la sistemazione dell'alveo del Rigossa in prossimità del ponte.

 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Uccise la moglie, confermata la pena a 23 anni di carcere | VIDEO

E’ arrivato a conclusione il processo ai danni di Giovanni Laguardia, 72enne riminese che ha ucciso la moglie, Vera Mudra, nell’ottobre 2020. La cassazione ha confermato la pena inflitta in primo grado. 23 anni di carcere. Questa la sentenza della corte di cassazione nel terzo e ultimo appello che ha visto alla sbarra Giovanni Laguardia, ex idraulico riminese di 72 anni, che il 26 ottobre 2020 aveva ucciso, colpendola con un martello, la moglie Vera Mudra, 61enne originaria dell’Ucraina. I giudici hanno  confermato la pena già stabilita nel primo grado di giudizio, contro la quale la difesa aveva fatto appello. La questione era tutta concentrata sul fatto che l’imputato fosse, al momento dell’omicidio, in grado o meno di intendere e di volere. Per questo era arrivata dagli avvocati di Laguardia la richiesta di sottoporre il loro assistito a una nuova perizia psichiatrica. Richiesta che la Cassazione ha rigettato, mettendo quindi definitivamente la parola fine sul processo. All’imputato erano state comunque riconosciute le attenuanti generiche per avere confessato subito quanto accaduto alle autorità. Era stato infatti lo stesso 72enne, subito dopo aver commesso il fatto, in piena notte, a telefonare alla cugina della moglie per raccontare tutto. Secondo quanto ricostruito nel processo, la donna aveva scoperto il tradimento del marito e voleva  lasciarlo.  Una decisione che l’uomo non riusciva ad accettare. Non c’è stata però alcuna premeditazione, hanno stabilito i giudici, una aggravante che sarebbe costata all’uomo la pena dell’ergastolo.