10 FEBBRAIO 2016

16:11

NOTIZIA DI CRONACA

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10 FEBBRAIO 2016 - 16:11


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FORLÌ: La medicina del lavoro all'Electrolux per un'ispezione

Oggi sono entrati all'interno dello stabilimento Electrolux di Forlì, gli ispettori della medicina del lavoro, come chiesto anche dalla RSU, dopo gli avvenimenti della scorsa settimana che hanno visto una serie di scioperi e  mobilitazioni. La preoccupazione dei sindacati è che il licenziamento dell' operaio parzialmente inabile possa essere un rischioso precedente, visto le centinaia di operai con rilevanti patologie all'interno del gruppo. L'unica soluzione, sottolineano i sindacati  è la reintegra immediata del lavoratore. I tempi però sembrano essere un po' più lunghi del previsto già che la commissione medica ha dei tempi tecnici e si riunirà in prima sessione il 18 febbraio prossimo.  intanto sono già state previste nuove mobilitazioni per l' 11 e 12 febbraio con scioperi articolati linea per linea. Non si  esclude anche il ricorso alla procura della repubblica

 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Uccise la moglie, confermata la pena a 23 anni di carcere | VIDEO

E’ arrivato a conclusione il processo ai danni di Giovanni Laguardia, 72enne riminese che ha ucciso la moglie, Vera Mudra, nell’ottobre 2020. La cassazione ha confermato la pena inflitta in primo grado. 23 anni di carcere. Questa la sentenza della corte di cassazione nel terzo e ultimo appello che ha visto alla sbarra Giovanni Laguardia, ex idraulico riminese di 72 anni, che il 26 ottobre 2020 aveva ucciso, colpendola con un martello, la moglie Vera Mudra, 61enne originaria dell’Ucraina. I giudici hanno  confermato la pena già stabilita nel primo grado di giudizio, contro la quale la difesa aveva fatto appello. La questione era tutta concentrata sul fatto che l’imputato fosse, al momento dell’omicidio, in grado o meno di intendere e di volere. Per questo era arrivata dagli avvocati di Laguardia la richiesta di sottoporre il loro assistito a una nuova perizia psichiatrica. Richiesta che la Cassazione ha rigettato, mettendo quindi definitivamente la parola fine sul processo. All’imputato erano state comunque riconosciute le attenuanti generiche per avere confessato subito quanto accaduto alle autorità. Era stato infatti lo stesso 72enne, subito dopo aver commesso il fatto, in piena notte, a telefonare alla cugina della moglie per raccontare tutto. Secondo quanto ricostruito nel processo, la donna aveva scoperto il tradimento del marito e voleva  lasciarlo.  Una decisione che l’uomo non riusciva ad accettare. Non c’è stata però alcuna premeditazione, hanno stabilito i giudici, una aggravante che sarebbe costata all’uomo la pena dell’ergastolo.