1 FEBBRAIO 2016

11:40

NOTIZIA DI CRONACA

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1 FEBBRAIO 2016 - 11:40


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NOVAFELTRIA: Ecco la strana storia dei due studenti soggiogati dal camorrista

Una strana storia emerge in queste ore da Novalfetria, nel riminese. Due ventenni, studenti universitari, si sono rivolti ai Carabinieri raccontando di essere stati di fatto “sequestrati” da un latitante accusato di essere un appartenente alla camorra. Secondo le testimonianze, i ragazzi sarebbero stati in un primo momento invitati a bere in un bar della cittadina, per poi essere costretti ad accompagnare l'uomo, Gerardo Pesce, di 60 anni, ad Eboli in provincia di Salerno. Una volta partiti ed arrivati in Campania, i giovani avrebbero deciso di fuggire dopo circa 12 ore. Non chiaro il motivo che avrebbe spinto il pregiudicato, con precedenti per rapine, estorsioni e violenze sessuali, a costringere i due ventenni a questo viaggio, i quali hanno poi descritto i luoghi e le abitazioni dove sarebbero stati, permettendo l'arresto del malavitoso. I Carabinieri indagano per capire i motivi che hanno spinto i giovani a non scappare prima, ma pare siano stati sostanzialmente soggiogati psicologicamente essendo convinti di essere sotto minaccia di una pistola.




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BOLOGNA: Povertà, a chiedere aiuto sono sempre più famiglie insospettabili

Sempre più famiglie insospettabili, talvolta persino con due stipendi in casa, chiedono aiuto alle realtà di volontariato e del terzo settore nella città metropolitana di Bologna. È quanto emerge dall'ultimo bilancio di “Un piatto per tutti”, il progetto promosso da ex provincia e da VOLABO, che tramite donazioni di importanti aziende del territorio, ha garantito ogni mese prodotti alimentare e per l'igiene a migliaia di persone   “Il quadro che è emerge è l'aumento delle famiglie in stato difficoltà, troviamo spesso persone che mai si sarebbe immaginato di ritrovare a chiedere aiuto per soddisfare dei bisogni primari”. Parola di Cinzia Migani, direttrice di Volabo, commentando dei dati decisamente allarmanti, tra nuove povertà e sempre più famiglie, spesso insospettabili, costrette a chiedere aiuto per difficoltà economiche e fragilità che rendono il quadro delle povertà anche nel territorio metropolitano di Bologna diverso rispetto ad una decina di anni fa. Insomma, aumenta il numero di chi non si ritrova in una situazione complicata per cause evidenti come ad esempio un divorzio, la perdita della casa o del posto di lavoro, “ma che invece conducono una vita normale, magari lavora più di una persona in famiglia, ma le risorse a disposizione sono insufficienti al mantenimento della vita quotidiana”, continua Migani. A confermarlo sono gli esiti del progetto “Un piatto per tutti”, realizzato dal fondo di comunità metropolitano “Dare per fare”, in collaborazione col centro servizi per il volontariato Volabo, allo scopo di sostenere le realtà attive nel territorio per contrastare lo spreco alimentare e supportare i soggetti più fragili, attraverso 41 Caritas, associazioni, cooperative, enti no profit e 9 empori solidali. Fra i donatori, la Granarolo spa, che dal 2022 dona latte, formaggi, yogurt e bevande per più di 16mila pasti mensili, con 2.800 famiglie raggiunte e 3.800 minori e la Romagnoli spa, che da novembre '23 allo scorso febbraio ha donato oltre due chili fra patate e cipolle agli empori, oltre alla Coswell spa, per prodotti di igiene, il Gruppo Granterre, salumi, e il Gruppo Montenegro, con 7mila confezioni di sostitutivi del pane, più olio, polenta, camomilla, tè e spezie. Recuperati inoltre col progetto Utile, promosso da Dismeco srl, Hera e Cna, più di 100 lavatrici. Adesso, fino al 3 novembre, aperto un nuovo avviso pubblico, con 210mila euro per progetti promossi da realtà del terzo settore. “Credo che questa diventi anche un'occasione -conclude Mingani- per chiedere a quelle aziende che ancora non hanno risposto di verificare quello che stanno facendo altri grandi gruppi, per poter anche implementare le loro azioni di responsabilità di impresa sociale e a sostenere tutte le famiglie in difficoltà”.