13 GENNAIO 2016

09:32

NOTIZIA DI CRONACA

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13 GENNAIO 2016 - 09:32


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RAVENNA: Cronotachigrafo alterato, pesanti sanzioni per un camionista rumeno

Sanzioni per circa 1.700 euro, ritiro della patente ai fini della sospensione, con relativa decurtazione di 10 punti, sequestro dell’attrezzatura illegale installata sul mezzo. Queste le conseguenze per un autotrasportatore rumeno, di 47 anni, fermato ieri, in via Canale Magni, dalla Polizia Municipale di Ravenna,  nell'ambito di un servizio preordinato e mirato al controllo del trasporto pesante. Da approfondite verifiche attuate dagli agenti dell’Ufficio Emergenza e Sicurezza Stradale, con ausilio di specifica strumentazione, emergeva che i file scaricati dal cronotachigrafo digitale installato sul veicolo presentavano diverse anomalie. In particolare il mezzo, in quel momento circolante, risultava in pausa e non in modalità guida. A questo punto gli operatori dopo aver ispezionato il veicolo alla ricerca di eventuali congegni che potessero alterare i dati, con esito negativo, invitavano l’autista a seguirli presso un’officina specializzata per i necessari accertamenti. E’ così che, in collaborazione con il personale tecnico dell’officina, riuscivano a “scovare”, ben nascosto sotto il parabrezza della cabina del camion, nelle vicinanze del cronotachigrafo originariamente installato, un vero e proprio impianto cronotachigrafo “parallelo”, azionabile attraverso un telecomando. Il conducente poteva, in tal modo, a suo piacimento, attivare o disattivare la registrazione dei dati facendo risultare, in caso di controlli, fasi di riposo da lui in realtà mai effettuate. Al termine degli accertamenti scattavano per il trasgressore tutti i provvedimenti amministrativi previsti con relativa sanzione accessoria del ritiro della patente ai fini della sospensione.




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BOLOGNA: Precari dell’università in assemblea contro la riforma Bernini | VIDEO

Centinaia di precari del mondo accademico da tutta Italia, fra ricercatori, dottorandi, docenti, personale amministrativo e studenti, si sono ritrovati a Bologna per una due giorni di assemblee e tavoli di lavoro, contro la riforma Bernini. Obiettivo: creare una piattaforma comune di rivendicazioni in vista di una mobilitazione, nei prossimi mesi, in tutto il territorio nazionale Assemblea nazionale della rete delle assemblee precarie di ricercatori, dottorandi, assegnisti, docenti, personale amministrativo e studenti in via Zamboni, a Bologna, contro la riforma Bernini. Centinaia le adesioni da tutta Italia per una due giorni di plenarie e tavoli di lavoro con l’obiettivo di porre le basi per una mobilitazione su larga scala nei prossimi mesi. Nel mirino anche i tagli al fondo di finanziamento ordinario, previsto nella nuova legge bilancio e quantificabile in circa 700 milioni di euro in meno per il biennio 2025-2027. “Le assemblee precarie sono nate in circa 15 città di Italia -spiega Camilla D’Ambroggi, ricercatrice in sociologia all’Unibo e portavoce dell’Assemblea Precaria Bologna – per contrastare una riforma che introduce varie figure contrattuali del pre-ruolo accademico, senza tutele, senza maternità, senza tredicesima, allungando ancora di più il percorso che già oggi dura fino a dieci o quindici anni. Per questo è nata l’esigenza di vedersi tutti insieme in un’assemblea nazionale, con l’obiettivo di costruire una piattaforma comune”. A livello locale, l’auspicio di un maggiore supporto anche da parte del senato accademico dell’Alma Mater.