12 GENNAIO 2016

16:27

NOTIZIA DI CRONACA

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12 GENNAIO 2016 - 16:27


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EMILIA ROMAGNA: Vento forte, disagi in varie località, punte da 238 km/h

Il forte vento che da ieri sta spazzando l'intera Emilia-Romagna ha provocato e sta ancora provocando ingenti danni in tutto il territorio. La situazione d’allarme, come previsto dalla protezione civile, dovrebbe esaurirsi questa notte. Da ieri i tecnici di Hera stanno cercando di risolvere le numerose interruzioni del servizio elettrico e telefonico causate dalle forti raffiche, che hanno provocato la caduta di piante e grossi rami sui fili della luce. Il vento incessante rende difficili le operazioni di riparazione e sostituzione dei cavi, con il pericolo per gli operai di salire sui pali. Il vento spira con una forte velocità media , attorno ai 70/80 chilometri orari, ma sui rilievi appenninici sono stati registrati valori a dir poco incredibili. Basta dire che un anemometro posto sull'Appennino modenese ha registrato una raffica a ben 238 chilometri orari.  Centinaia gli interventi dei vigili del fuoco, impegnati a risolvere situazioni di pericolo come la caduta di alberi e di rami, ma anche di pali segnaletici e pubblicitari. La caduta di grosse piante sulla strada impedisce la circolazione in alcune zone della regione, viabilità resa difficile anche dalla presenza sulle carreggiate stradali di grossi oggetti e detriti trasportati dal vento. Gli autocarri telonati sono tra le categorie di veicoli più a rischio in queste ore, in alcuni casi si è assistito al rovesciamento dei mezzi. Non si salvano nemmeno i tetti delle abitazioni: in  molti casi le tegole o altri tipi di coperture delle case sono finiti sulla strada, al momento, fortunatamente, non si registrano danni gravi alle persone. 




ALTRE NOTIZIE DI CRONACA

RIMINI: Uccise la moglie, confermata la pena a 23 anni di carcere | VIDEO

E’ arrivato a conclusione il processo ai danni di Giovanni Laguardia, 72enne riminese che ha ucciso la moglie, Vera Mudra, nell’ottobre 2020. La cassazione ha confermato la pena inflitta in primo grado. 23 anni di carcere. Questa la sentenza della corte di cassazione nel terzo e ultimo appello che ha visto alla sbarra Giovanni Laguardia, ex idraulico riminese di 72 anni, che il 26 ottobre 2020 aveva ucciso, colpendola con un martello, la moglie Vera Mudra, 61enne originaria dell’Ucraina. I giudici hanno  confermato la pena già stabilita nel primo grado di giudizio, contro la quale la difesa aveva fatto appello. La questione era tutta concentrata sul fatto che l’imputato fosse, al momento dell’omicidio, in grado o meno di intendere e di volere. Per questo era arrivata dagli avvocati di Laguardia la richiesta di sottoporre il loro assistito a una nuova perizia psichiatrica. Richiesta che la Cassazione ha rigettato, mettendo quindi definitivamente la parola fine sul processo. All’imputato erano state comunque riconosciute le attenuanti generiche per avere confessato subito quanto accaduto alle autorità. Era stato infatti lo stesso 72enne, subito dopo aver commesso il fatto, in piena notte, a telefonare alla cugina della moglie per raccontare tutto. Secondo quanto ricostruito nel processo, la donna aveva scoperto il tradimento del marito e voleva  lasciarlo.  Una decisione che l’uomo non riusciva ad accettare. Non c’è stata però alcuna premeditazione, hanno stabilito i giudici, una aggravante che sarebbe costata all’uomo la pena dell’ergastolo.