(VIDEO) RAVENNA: Poggiali, al processo viso provato dalla galera, rischia l'ergastolo
Un aspetto e un atteggiamento più sobri e composti, rispetto ad un anno fa quando venne condotta in carcere, quelli di Daniela Poggiali, l’ex infermiera dell’ospedale di Lugo comparsa ieri in Tribunale a Ravenna come imputata. La donna rischia una condanna pesante, sino all’ergastolo, per l’accusa di omicidio pluriaggravato per la morte di Rosa Calderoni, la 78enne deceduta all’ospedale di Lugo, nel reparto in cui lavorava la Poggiali. Nel corso della prima seduta di ieri sono state esposte le questioni preliminari in mattinata mentre nel pomeriggio il dibattimento è ripreso con la deposizione dell’unico teste della giornata, il tenente colonnello Antonio Sergi comandante del nucleo Investigativo dei carabinieri. Il colonnello ha descritto le modalità con le quali le indagini sono confluite alla Poggiali. Ha spiegato che nel reparto da diverso tempo c’erano sospetti tra medici e infermieri sulla 43enne e sono stati definiti impressionanti i dati sulla statistica perché nei primi mesi del 2014 su 83 decessi, in 38 casi l’ex infermiera era di turno. Il colonnello ha poi ripercorso la vicenda raccontando che la 43enne era stata prima trasferita dal turno di notte a quello di giorno e infine le ferie forzate. Nel processo l’Ausl si è costituita parte civile per danni da disservizio, d’immagine e patrimoniale, mentre hanno chiesto un risarcimento di 500mila euro a testa i due figli di Rosa Calderoni, che secondo la procura, sarebbe stata uccisa con una iniezione letale di potassio l’8 aprile 2014. Chiede invece 180mila euro l’Ipasvi, il collegio degli Infermieri di Ravenna per il danno di immagine. L’iter processuale è ancora lungo e tutti i venerdì fino a metà dicembre verranno sentiti i testimoni dell’accusa, poi da inizio a anno a metà febbraio parlerà la difesa prima della discussione ed entro la primavera dovrebbe arrivare la sentenza.
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