Cronaca

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FORLI’: Episodi di violenza durante i domiciliari, torna in carcere 35enne

Nei giorni scorsi la Polizia di Forlì-Cesena ha dato esecuzione all’ordinanza di revoca della misura alternativa della detenzione domiciliare, concessa a un trentacinquenne italiano che, accompagnato in carcere, dovrà ora rimanervi  per scontare un residuo di pena di circa un anno. All’uomo si erano aperte una prima volta le porte del carcere quando era stato arrestato nel 2021 per reati di detenzione di stupefacenti, violenza e minaccia a pubblico ufficiale; dopo un  breve periodo era uscito dal carcere ottenendo il beneficio della detenzione domiciliare. I controlli delle forze di polizia a suo carico, avevano nel tempo riscontrato varie violazioni che gli erano valse diffide da parte della magistratura di sorveglianza. L’uomo si era anche reso responsabile di un episodio particolarmente violento: durante un permesso, trovandosi fuori dal luogo di detenzione, aveva incontrato un conoscente e lo aveva aggredito con calci e pugni anche al capo, tanto da causargli ferite e contusioni. Per quest’ultimo episodio è stato ancora una volta segnalato alla magistratura di sorveglianza, che di fronte al suo ennesimo comportamento violento e alle numerose precedenti violazioni gli ha revocato il beneficio, facendogli riaprire le porte del carcere.

Thumbnail RAVENNA: 50enne accusato di truffe seriali, 500 vittime in tutta Italia | VIDEO

RAVENNA: 50enne accusato di truffe seriali, 500 vittime in tutta Italia | VIDEO

Un 50enne ravennate è stato denunciato per truffa aggravata e falsità materiale. Gli sono stati sequestrati 24mila euro sui conti, oltre al recupero a tassazione di oltre 650mila euro di presunti proventi illeciti. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: secondo le indagini della Guardia di Finanza di Faenza, coordinate dalla Procura di Ravenna, avrebbe truffato oltre 500 persone in tutta Italia, specialmente durante la pandemia. L’uomo avrebbe proposto ai malcapitati, imprenditori in crisi di liquidità ma anche padri di famiglia, di ottenere finanziamenti a fondo perduto o comunque agevolati erogati dall’Unione Europea, somme mai pervenute, previo versamento anticipato di un corrispettivo tra i 600 e i 1.200 euro. L’operazione è partita da due denunce risalenti al 2021 a Faenza. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per conquistare la fiducia delle vittime il 50enne si sarebbe presentato come rappresentante o presidente di organismi vari, il cui nome richiamava note associazioni di categoria o centri studi realmente esistenti. Attraverso un’utenza telefonica croata, avrebbe inviato messaggi a nome di funzionari delle istituzioni comunitarie per tranquillizzare i malcapitati circa la buona riuscita delle operazioni finanziarie. Facendo anche recapitare loro false comunicazioni da parte di fantomatici organismi dell’Unione Europea. L’indagato avrebbe poi coinvolto le stesse vittime nel sistema di truffe a catena, promettendo loro un compenso in caso di passaparola con amici.


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