Cronaca

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IMOLA: Sedicenne sale sul bus con una pistola, denunciato dai carabinieri

I carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Imola hanno denunciato un 16enne, trovato a bordo di un bus con una pistola nella cintola dei pantaloni. Si trattava di una 'scacciacani', priva però del tappo rosso obbligatorio. La denuncia è scaturita da una telefonata al 112 che riferiva di un giovane sospetto, vestito con una tuta che era salito a bordo di bus Tper, linea 4, a Imola. I militari hanno raggiunto il mezzo pubblico all'altezza della fermata Scavi Romani e, individuato il ragazzo, lo hanno identificato e perquisito. Addosso aveva la pistola scacciacani, che è stata sequestrata: un'arma innocua -spiega l'Arma - ma che senza il tappo rosso può essere scambiata per una vera, con le conseguenze che ne potrebbero derivare. Il 16enne è stato accompagnato in caserma e denunciato (per porto di armi o oggetti atti ad offendere), poi affidato alla madre.

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BOLOGNA: Scontri in centro alla manifestazione per Ramy, è polemica | VIDEO

Non si placano le polemiche dopo i disordini e gli scontri in centro fra polizia e manifestanti, sabato sera a Bologna, durante un presidio organizzato da collettivi e gruppi studenteschi per chiedere verità e giustizia dopo la morte del 19enne Ramy Elgaml, a Milano, in seguito ad un inseguimento coi carabinieri “Non vi è stata nessuna manifestazione politica ma solo devastazione. Come amministrazione denunceremo e chiederemo i danni”. Sono le dure parole utilizzate dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dopo la serata di ordinaria follia nel centro del capoluogo sabato sera, dove quello che inizialmente doveva essere un presidio autorizzato dalla prefettura in piazza S. Francesco, per chiedere “verità e giustizia” per Ramy Elgaml, il 19enne morto lo scorso 24 novembre a Milano, durante un inseguimento coi carabinieri, si è trasformato in tutt'altro altro a causa di un gruppo di persone appartenenti a collettivi che lo hanno abbandonato ed hanno preso di mira il commissariato Due Torri, in via del Pratello. Da lì, poi, il via ad immagini di vera e propria guerriglia urbana che velocemente hanno fatto il giro del Paese, con vetrine spaccate, tavolini dei bar distrutti, cassonetti anneriti dal fumo, caos e l’attacco finale alla Sinagoga. Due i manifestanti fermati, dieci gli agenti feriti. “Non c’è giustificazione per qualsiasi violenza e condanniamo l’inaccettabile e mai estinto seme dell’antisemitismo” è il commento del vescovo di Bologna Zuppi, mentre gli esponenti di Forza Italia in Comune puntano il dito contro i “sedicenti comitati studenteschi e i soliti centri sociali e collettivi” che in città “trovano benevole accoglienza, coperture e affiliazioni”. La segretaria dem Elly Schlein, nell’esprimere solidarietà e “condanna di ogni atto violento”, invita “la destra a non fare politica su queste violenze”; il presidente della Regione, Michele de Pascale, sottolinea come “fatti come questi richiedono una risposta ferma e unitaria”. Il questore di Bologna, Antonio Sbordone l'ha definita invece una manifestazione anti-polizia. Per Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica di Bologna, “esporre in Comune la bandiera palestinese porge il fianco a chi vuole attaccare la comunità ebraica. Il sindaco Matteo Lepore deve togliere quella bandiera per una questione di sicurezza pubblica. Le parole di solidarietà non sono sufficienti, si tratta di una presa di posizione che Bologna non può permettersi”. Stefano Cavedagna, europarlamentare FdI, definisce quelle di sabato “scene di guerriglia urbana da parte di alcuni centri sociali coccolati da una parte della maggioranza di sinistra che governa la città'', mentre sugli scontri di sabato, registrati anche a Roma per un'analoga manifestazione, il ministro Salvini parla di “criminali rossi che assaltano le forze dell’ordine” e la premier Giorgia Meloni di “ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”. L'esatto opposto di quanto richiesto dalla famiglia della giovanissima vittima milanese: “Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Siamo profondamente turbati nell'apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza”, ha commentato il padre del 19enne. Nel frattempo monta infine anche la polemica politica con la rete dei Patrioti, già pronta a soffiare sul fuoco, considerando che in un comunicato annuncia un nuovo presidio per sabato prossimo “per evitare che la nostra città diventi un campo di battaglia”.


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