19 GIUGNO 2025

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19 GIUGNO 2025 - 15:07


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CESENA: A scuola senza cellulare, gli studenti bocciano la scelta di Valditara | VIDEO

Il ministro dell’Istruzione Valditara ha deciso di vietare l’uso dei cellulari nelle scuole superiori a partire del prossimo anno. Siamo andati a sentire il parere degli studenti cesenati impegnati in questi giorni nell’esame di maturità.

“È inutile ritirare i telefoni”, “il proibizionismo non ha mai portato a nulla di buono”. Non usano mezzi termini gli studenti delle scuole superiori cesenati per commentare il nuovo divieto annunciato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: a partire dal prossimo anno, niente più smartphone a scuola, nemmeno per uso didattico.

La circolare ministeriale parla chiaro: “Tale intervento appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche”. Ma la misura, accolta come una bocciatura a tutti gli effetti dagli studenti, solleva più di una perplessità.

“In realtà anche quest’anno i telefoni erano vietati – racconta uno studente – e ce li ritiravano all’ingresso. Ma nel giro di una settimana molti avevano iniziato a portare due cellulari: uno da consegnare, l’altro da tenere”. Un escamotage che dimostra, secondo molti, l’inefficacia del divieto assoluto.

C’è poi chi sottolinea il ruolo della didattica: “Se una lezione è interessante e l’insegnante coinvolge, nessuno usa il telefono. I cellulari si tirano fuori solo nei momenti morti”. Per molti studenti, insomma, il problema non è lo strumento in sé, ma l’approccio educativo. “Il cellulare può essere una risorsa, bisogna imparare a gestirlo, non eliminarlo del tutto”.

Infine, resta il nodo dell’applicabilità: saranno infatti le singole scuole a decidere come far rispettare la norma. Senza indicazioni operative precise, il rischio – secondo molti – è che si tratti di un provvedimento più simbolico che realmente efficace. E che la sua attuazione, di fatto, finisca per rimanere sulla carta.




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EMILIA-ROMAGNA: Clima, il 2024 il più caldo dal 1961

Temperature record, piogge abbondanti, ondate di calore e alluvioni. Il 2024 è stato l’anno più caldo in Emilia-Romagna dal 1961, con un’anomalia di +1,6 °C rispetto alla media storica e un incremento delle notti tropicali e delle giornate con forte disagio bioclimatico, con 19 giorni in pianura e fino a 54 in ambito urbano. Un quadro reso ancora più critico dalle precipitazioni: mai così abbondanti da oltre sessant’anni – oltre 1.200 millimetri su base annua – con numerosi episodi intensi, inclusi eventi orari superiori a 30 millimetri e piogge giornaliere estreme. Complessivamente sono stati 19 gli eventi meteo rilevanti: temporali, grandinate, un tornado, ondate di calore e due drammatiche alluvioni, dal 17 al 19 settembre e dal 17 al 20 ottobre nel bolognese e in diverse province Romagna. In crescita anche i livelli delle acque sotterranee, che in diversi corsi d’acqua hanno raggiunto i massimi assoluti dal 2002. È il quadro delineato dal Rapporto “IdroMeteoClima” curato da Arpae e relativo al 2024, che contiene gli ultimi dati sull’andamento meteorologico, climatico, idrologico e marino-costiero in Emilia-Romagna. Il report è stato presentato oggi a Bologna, nella Sala 20 maggio della Terza Torre. Ad aprire i lavori, la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. “I cambiamenti climatici– afferma la sottosegretaria Rontini– non sono più una previsione lontana, ma una realtà già in atto, che modifica profondamente il nostro territorio, i nostri ecosistemi e la vita quotidiana delle persone. La politica ha il dovere di riconoscere questa sfida e affrontarla con strumenti nuovi, mettendo al centro la sicurezza delle comunità e la tenuta del territorio. Dobbiamo rivedere le nostre politiche urbanistiche, agricole, di gestione delle risorse idriche e di protezione civile. Serve un approccio integrato, che unisca prevenzione, pianificazione, gestione del rischio e capacità di intervento, e che coinvolga cittadini, istituzioni e imprese in un percorso condiviso e lungimirante”. “L’Emilia-Romagna– prosegue– è già al lavoro su questo fronte, ma il nostro obiettivo è accelerare ancora, rafforzando gli strumenti di pianificazione, il coordinamento tra enti locali e tecnici, la manutenzione del reticolo idrografico e gli interventi strutturali per la messa in sicurezza del territorio. È una sfida impegnativa, che richiede responsabilità, scelte chiare e un impegno condiviso”. “Con il Rapporto, che curiamo ogni anno- spiega Pier Paolo Alberoni, responsabile della Struttura Idro-Meteo-Clima di Arpae-, forniamo un’analisi di dati e indicatori fondamentali per descrivere l’evoluzione nel tempo del clima dell’Emilia-Romagna. Si tratta di aspetti molto importanti per la tutela ambientale e per il supporto alle politiche di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, alla pianificazione territoriale e alle attività di protezione civile”. Il Rapporto “IdroMeteoClima – dati 2024 Il 2024 si conferma come l’anno più caldo mai registrato in Emilia-Romagna dal 1961 per temperatura media e minima, mentre si colloca al terzo posto per quanto riguarda la temperatura massima, superato solo dal 2022 e dal 2023. Un andamento che si accompagna al secondo valore più elevato nella serie storica per le cosiddette notti tropicali – con un numero compreso tra 50 e 75 nei principali centri urbani – e al massimo numero di giornate con disagio bioclimatico registrato nelle aree di pianura dal 2001, con punte fino a 54 giorni in contesti urbani come Ferrara. Anche sul fronte delle precipitazioni, il 2024 ha fatto registrare dati eccezionali: con una media regionale di 1.208,2 millimetri, si tratta del valore più alto dal 1961. Numerosi gli episodi di piogge intense e fenomeni temporaleschi di rilievo, con un totale di 19 eventi meteo rilevanti, tra cui supercelle, un tornado e due alluvioni significativem dal 17 al 19 settembre e dal 17 al 20 ottobre nel bolognese e in Romagna. Le portate fluviali sono risultate complessivamente superiori alla norma: il fiume Po ha registrato valori ben al di sopra della media, e lo stesso vale per i principali corsi d’acqua regionali, seppur con deflussi variabili nelle diverse aree. In crescita anche il livello delle acque sotterranee, che in diversi corpi idrici ha raggiunto i massimi assoluti dal 2002, segnando un deciso aumento rispetto al 2023. Per quanto riguarda l’ambiente marino-costiero, le temperature medie mensili del mare sono risultate simili o superiori ai valori climatici di riferimento per il periodo 2008-2023. Nell’arco dell’anno si sono verificate 19 mareggiate, nessuna delle quali classificata come severa. I livelli medi del mare si sono mantenuti pressoché stabili.