12 GIUGNO 2025

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RIMINI: Eolico in Valmarecchia, parere negativo di Autostrade | VIDEO

Autostrade per l’Italia si unisce al coro dei contrari all’impianto eolico che la Regione Toscana vorrebbe realizzare al confine con la provincia di Rimini. I mezzi di trasporto sono incompatibili con l’A1 e l’alternativa comprometterebbe la viabilità di montagna.

 

Si rafforza il fronte del no al progetto di ‘Badia del vento’, l’impianto eolico composto da 7 aerogeneratori alti 180 metri in progetto a Badia Tedalda, nell’Alta Valmarecchia, al confine con il Comune di Casteldelci, provincia di Rimini. L’ultimo parere negativo è di tipo tecnico, perché Autostrade per l’Italia ha dichiarato ufficialmente l’impossibilità di far transitare i mezzi eccezionali lungo l’A1 per raggiungere i crinali tosco-romagnoli.

Le componenti dell’impianto misurano decine di metri ciascuna. Nella lettera inviata alla Regione Toscana e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si legge che i mezzi necessari al cantiere non sono compatibili col tracciato autostradale a causa dell’eccessiva altezza e lunghezza dei carichi.

A questo si aggiunge il fatto che, una volta usciti dall’autostrada, i mezzi avrebbero bisogno di strade decisamente più larghe, con raggi di curvatura più ampi. Ciò che temono residenti ed Enti locali sul versante riminese è un vero e proprio sventramento dell’Appennino, il tutto in un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico come dimostrato dalle recenti alluvioni. Criticità sollevate anche dalla Regione Emilia-Romagna che ha chiesto ai colleghi toscani di ritornare sui loro passi. Ma Firenze ha dato il via libera al progetto e non sembra intenzionata a fare marcia indietro.




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EMILIA-ROMAGNA: Casa Artusi e Qualivita candidano la cucina italiana a patrimonio culturale immateriale Unesco

Attività e progetti comuni dedicati alla divulgazione culturale, all’educazione alimentare, alla formazione e alla promozione del territorio, in Italia e all’estero. Con un obiettivo chiaro: tutelare e valorizzare la cultura alimentare e i prodotti agroalimentari di qualità, ponendo particolare attenzione al patrimonio delle Indicazioni Geografiche (DOP, IGP, STG). Sono i principali contenuti dell’accordo siglato a Forlimpopoli, durante le Feste Artusiane 2025, tra la Fondazione Casa Artusi e la Fondazione Qualivita. Un’intesa che punta, attraverso iniziative condivise, a sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco – proposta di cui Casa Artusi è comunità promotrice – rafforzando così il legame tra cultura, territorio e qualità. A sottoscrivere il protocollo sono stati Laila Tentoni, presidente della Fondazione Casa Artusi, e Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, alla presenza di Alberto Ventura dell’assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Proprio con la Regione, Casa Artusi ha già in essere un accordo per la promozione delle eccellenze agroalimentari locali, firmato lo scorso anno dall’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi. Una collaborazione che rappresenta un passo importante nella costruzione di una rete tra le principali istituzioni culturali italiane impegnate a diffondere la cultura alimentare del nostro Paese. E un dialogo che unisce due opere simbolo: il ricettario artusiano, che ha raccontato come nessun altro la tavola italiana dopo l’Unità, e l’Atlante Qualivita, che fotografa e tutela l’identità produttiva nazionale oggi. “Quando istituzioni culturali di prestigio internazionale come Casa Artusi e Qualivita uniscono le forze, le possibilità di raggiungere risultati concreti crescono in modo esponenziale- ha sottolineato Mammi-. La Regione Emilia-Romagna sostiene con convinzione questo percorso, perché promuovere la cultura del cibo significa valorizzare la nostra storia, le tradizioni e l’economia locale. I nostri prodotti Dop e Igp sono un patrimonio straordinario, frutto del lavoro delle comunità e delle imprese agricole, che rappresentano un valore non solo economico, ma anche sociale e culturale”. “La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità, come ben ha saputo rappresentare Artusi, è al centro dell’importante accordo con Qualivita- ha dichiarato Tentoni-. Ne sono particolarmente fiera anche proprio a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità”. “La Fondazione Casa Artusi, in questi anni, ha rappresentato un esempio virtuoso – in Italia e nel mondo – di come il patrimonio culturale legato alla cucina possa diventare un valore attuale, grazie a un lavoro congiunto di ricerca scientifica e attività pratica- ha aggiunto Rosati -. Insieme, le nostre due Fondazioni possono offrire al sistema Italia un patrimonio integrato di competenze e risorse culturali che rappresentano, a 360 gradi, l’identità del Made in Italy enogastronomico”. L’accordo nasce anche dalla naturale complementarità tra le due istituzioni e dai rispettivi patrimoni: da un lato, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, pilastro della cultura gastronomica domestica italiana; dall’altro, l’Atlante Qualivita, che documenta, valorizza e tutela il sistema dei prodotti agroalimentari certificati, vero mosaico dell’eccellenza produttiva nazionale.