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12 GIUGNO 2025 - 13:23


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BOLOGNA: Attivisti pro Palestina, avvocati in piazza per difesa collettiva | VIDEO

Una difesa collettiva per le 32 persone accusate di blocco ferroviario, istigazione a delinquere, manifestazione non autorizzata e interruzione di pubblico servizio per la manifestazione che nel maggio del 2024 'invase' la stazione centrale di Bologna, allo scopo di denunciare il genocidio in atto nella Striscia di Gaza.
    E' quanto annunciato da un gruppo di avvocati dell'associazione Giuristi democratici, che ha tenuto una conferenza stampa davanti alla statua del Nettuno, alla quale i Giovani palestinesi e alcuni attivisti dei collettivi hanno attaccato una bandiera della Palestina. I legali hanno intenzione di coinvolgere esperti di diritto internazionale e testimoni diretti del genocidio.
    "Abbiamo portato la nostra voce come avvocati democratici che affronteranno collegialmente la difesa di queste persone, non solo in un processo, ma in tutti i processi che verranno fatti per le manifestazioni pro Palestina del 2024 e del 2025 e spero che non ci sia bisogno di farlo nel 2026", ha spiegato l'avvocato Marina Prosperi, tra gli organizzatori di questa iniziativa. "Qui abbiamo un progetto di difesa nel quale noi vogliamo provare che c'è stato, c'è in questo momento e non è ancora finito, un genocidio, una pulizia etnica in Palestina e che protestare, in qualche modo agire contro questo genocidio, non costituisce un reato, ma anzi costituisce un dovere di un cittadino, un dovere per noi che possiamo essere considerati i professionisti di questo Paese di stare a fianco a chi sta facendo questa lotta".
    Oltre al fine indagine per le 32 persone protagoniste della manifestazione del maggio 2024, l'altro ieri un altro avviso di chiusura indagine ha raggiunto altri 22 attivisti per le manifestazioni in difesa della Palestina svoltesi nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico nel marzo del 2024.
    "Ecco - ha aggiunto Prosperi - in questi processi noi ci facciamo parte attiva perché la Procura acquisisca le testimonianze dei testimoni provenienti da Gaza, su quello che in quelle giornate e in quei mesi, in questi mesi, si sta perpetrando nella Striscia"




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EMILIA-ROMAGNA: Casa Artusi e Qualivita candidano la cucina italiana a patrimonio culturale immateriale Unesco

Attività e progetti comuni dedicati alla divulgazione culturale, all’educazione alimentare, alla formazione e alla promozione del territorio, in Italia e all’estero. Con un obiettivo chiaro: tutelare e valorizzare la cultura alimentare e i prodotti agroalimentari di qualità, ponendo particolare attenzione al patrimonio delle Indicazioni Geografiche (DOP, IGP, STG). Sono i principali contenuti dell’accordo siglato a Forlimpopoli, durante le Feste Artusiane 2025, tra la Fondazione Casa Artusi e la Fondazione Qualivita. Un’intesa che punta, attraverso iniziative condivise, a sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco – proposta di cui Casa Artusi è comunità promotrice – rafforzando così il legame tra cultura, territorio e qualità. A sottoscrivere il protocollo sono stati Laila Tentoni, presidente della Fondazione Casa Artusi, e Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, alla presenza di Alberto Ventura dell’assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Proprio con la Regione, Casa Artusi ha già in essere un accordo per la promozione delle eccellenze agroalimentari locali, firmato lo scorso anno dall’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi. Una collaborazione che rappresenta un passo importante nella costruzione di una rete tra le principali istituzioni culturali italiane impegnate a diffondere la cultura alimentare del nostro Paese. E un dialogo che unisce due opere simbolo: il ricettario artusiano, che ha raccontato come nessun altro la tavola italiana dopo l’Unità, e l’Atlante Qualivita, che fotografa e tutela l’identità produttiva nazionale oggi. “Quando istituzioni culturali di prestigio internazionale come Casa Artusi e Qualivita uniscono le forze, le possibilità di raggiungere risultati concreti crescono in modo esponenziale- ha sottolineato Mammi-. La Regione Emilia-Romagna sostiene con convinzione questo percorso, perché promuovere la cultura del cibo significa valorizzare la nostra storia, le tradizioni e l’economia locale. I nostri prodotti Dop e Igp sono un patrimonio straordinario, frutto del lavoro delle comunità e delle imprese agricole, che rappresentano un valore non solo economico, ma anche sociale e culturale”. “La condivisione del percorso di valorizzazione della straordinaria varietà di saperi e sapori che caratterizzano la nostra cultura gastronomica e che ne definiscono l’identità, come ben ha saputo rappresentare Artusi, è al centro dell’importante accordo con Qualivita- ha dichiarato Tentoni-. Ne sono particolarmente fiera anche proprio a sostegno del riconoscimento della cucina italiana quale patrimonio immateriale dell’umanità”. “La Fondazione Casa Artusi, in questi anni, ha rappresentato un esempio virtuoso – in Italia e nel mondo – di come il patrimonio culturale legato alla cucina possa diventare un valore attuale, grazie a un lavoro congiunto di ricerca scientifica e attività pratica- ha aggiunto Rosati -. Insieme, le nostre due Fondazioni possono offrire al sistema Italia un patrimonio integrato di competenze e risorse culturali che rappresentano, a 360 gradi, l’identità del Made in Italy enogastronomico”. L’accordo nasce anche dalla naturale complementarità tra le due istituzioni e dai rispettivi patrimoni: da un lato, La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, pilastro della cultura gastronomica domestica italiana; dall’altro, l’Atlante Qualivita, che documenta, valorizza e tutela il sistema dei prodotti agroalimentari certificati, vero mosaico dell’eccellenza produttiva nazionale.