RAVENNA: Processo Berkan B, udienza rinviata a luglio | VIDEO
Procede in tribunale a Ravenna il processo che dovrà attribuire colpe e condanne per la fuoriuscita di idrocarburi dal relitto dell’imbarcazione Berkan B, ormeggiata e in parte affondata nella Pialassa Piomboni a Ravenna. L’unico imputato è l’attuale commissario straordinario dell’Autorità portuale, ai tempi della vicenda ne era il presidente, Daniele Rossi. Mercoledì hanno parlato gli avvocati difensori e le eventuali repliche, prima della sentenza, sono attese per inizio luglio. Per la difesa di Rossi ci sarebbe l’insussistenza degli elementi costitutivi la contravvenzione decisa dal primo giudice e i difensori hanno anche sostenuto che non è più possibile una nuova riqualificazione essendo stata preclusa dal primo giudice con la dichiarata insussistenza dell’inquinamento e del danno ambientale. Nella precedente udienza, come si legge sulla stampa locale, la richiesta di condanna della procura per l’inquinamento ambientale era stata di un anno e quattro mesi di reclusione e 50 mila euro di multa. Nell’ottobre del 2022 il gup Corrado Schiaretti aveva derubricato il reato di inquinamento ambientale ad illecito contravvenzionale e aveva condannato Rossi a 8.000 euro di ammenda riconoscendo le attenuanti per essersi adoperato per mitigare le conseguenze dannose del reato. Il relitto della motonave era stato abbandonato nella banchina portuale dal 2009 ed iniziò ad affondare lentamente nell’ottobre del 2017. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’Autorità portuale rilasciò licenze e concessioni demaniali per la demolizione anche se non erano stati impostati un piano e una certificazione dell’avvenuta bonifica. Nel 2019 lo scafo si spaccò e per ambientalisti e accusa si dispersero rifiuti tossici nella acque della Pialassa.
ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ
BOLOGNA: Firmato protocollo candidatura della Via Francigena Italiana a Patrimonio Unesco
Firmato oggi a Venezia, al Campo San Polo, nell’ambito del Festival delle Regioni, il Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Cultura e le Regioni attraversate dalla Via Francigena italiana per sostenere la candidatura del celebre cammino alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Un passo importante nel percorso avviato nel 2017, che vede la Regione Toscana come capofila e la partecipazione attiva dell’Emilia-Romagna, insieme a Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e gli assessori delle Regioni coinvolte, tra cui l’assessora al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Roberta Frisoni. “La nostra Regione è in prima fila- ha dichiarato Frisoni- per promuovere al meglio uno dei cammini storici e religiosi più importanti d’Italia, che si inserisce in una strategia complessiva di valorizzazione del nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico legato ai cammini di pellegrinaggio”. Nel tratto emiliano-romagnolo, la Via Francigena attraversa territori di straordinaria ricchezza: dalle pievi romaniche del Piacentino agli antichi monasteri cistercensi e alle grandi cattedrali, come il Duomo di Fidenza. Un percorso suggestivo, tra natura e spiritualità, che ha accompagnato per secoli i pellegrini verso Roma. Oggi, questo itinerario – riconosciuto dal 1994 come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa – punta al massimo riconoscimento internazionale. “L’obiettivo- ha aggiunto Frisoni- è valorizzare la Via Francigena come grande asse culturale europeo, capace di unire popoli, religioni e territori. E il riconoscimento UNESCO rappresenterebbe un salto di qualità fondamentale, con importanti ricadute in termini di visibilità internazionale, sviluppo locale, turismo sostenibile e tutela del patrimonio”. L’assessora ha sottolineato come la candidatura si inserisca perfettamente nel lavoro portato avanti dall’Emilia-Romagna per promuovere i cammini e le vie di pellegrinaggio: “Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa, che si integra con un’offerta regionale di 21 cammini interregionali, immersi in paesaggi di rara bellezza, tra borghi, castelli e luoghi di fede. Un turismo rispettoso dell’ambiente che intercetta anche la crescente domanda sia dei turisti italiani che di quelli internazionali di percorsi e attività all’aria aperta, che permette di riscoprire il territorio a piedi o in bici assaporando anche le eccellenze enogastronomiche dei nostri territori”. Il Protocollo rinnovato oggi rappresenta un ulteriore passo verso la presentazione ufficiale della candidatura. Dopo la prima firma nel 2017 e il rinnovo nel 2019 con l’ingresso del Ministero della Cultura, il progetto è stato ampliato per coinvolgere l’intero tracciato europeo della Via Francigena, da Canterbury a Roma. Per gestire il processo e redigere il Dossier di candidatura, la Regione Toscana ha ricevuto un finanziamento ministeriale di 1,1 milioni di euro. Ora l’obiettivo è concludere entro il 2025 il Preliminary Assessment, la valutazione preliminare, necessaria affinché lo Stato possa selezionare la candidatura italiana ufficiale da presentare all’UNESCO per il 2026. La Regione Toscana ha anticipato che il Dossier sarà concluso a giugno.