BOLOGNA: Uil Pensionati, "riaprire il confronto su welfare, sanità e riforma fiscale" | VIDEO
La Uil Pensionati dell’Emilia Romagna si è riunita per il Consiglio regionale discutendo alcuni temi legati alla previdenza e alla riforma fiscale: al centro l’aumento di povertà nel Paese.
Welfare, sanità e riforma fiscale. Sono questi alcuni dei punti affrontati durante un momento di confronto organizzato dalla Uil Pensionati dell’Emilia Romagna, all’interno del consiglio regionale a Bologna. Con la pressione fiscale che colpisce lavoratori e pensionati e i servizi socio-sanitari per le persone non autosufficienti (con la legge delega 33 varata dal Governo sul tema), il sindacato sottolinea la necessità di una riforma fiscale e delle pensioni, che ristabilisca equità e un maggior potere d’acquisto, per evitare un aumento della povertà nel Paese.
Rosanna Benazzi, Segretaria Generale Uil Pensionati Emilia Romagna: “Il welfare in Emilia Romagna deve cambiare per garantire dignità, autonomia e buona qualità della vita agli anziani e alle persone con disabilità. La creazione e la realizzazione di nuovo welfare, qui in questa regione, è, per noi, la sfida dei prossimi anni. La nostra regione è fra le più longeve a livello nazionale: un quarto della popolazione è ultra 65enne; 592.000 sono ultra 75enni e oltre 370.000 sono over 80enni.Benché l’Emilia Romagna sia sempre stata all’avanguardia, ora il suo welfare comincia a mostrare i segni dell’età. Ovvero è sempre più in difficoltà nel rispondere a pieno alle problematiche legate all’invecchiamento della popolazione, ai nuovi bisogni e anche al numero crescente di persone con disabilità. Il sistema attuale rimane disomogeneo, sottofinanziato, non è in grado di garantire una effettiva continuità assistenziale. Per questo, quando parliamo di cambiamento, non ci riferiamo solo ad un ampliamento dell’offerta, ma di ripensare profondamente l’architettura, la governance, l’accessibilità e la capacità di personalizzazione della presa in carico. Per non parlare della compartecipazione: tema spinoso perché implica un’impossibilità ad accedere ai servizi da parte di alcuni cittadini. E ciò è inaccettabile. Come punto di partenza occorre un’analisi dettagliata che valuti lo stato di salute, la qualità della vita degli anziani o delle persone con disabilità che vanno intese come risorsa e non come costo. Occorre che la nostra regione compia scelte, avendo il coraggio di percorrere strade anche nuove per avere quel ruolo di apripista e di modello che ha sempre avuto fino ad ora”.
ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ
BOLOGNA: Firmato protocollo candidatura della Via Francigena Italiana a Patrimonio Unesco
Firmato oggi a Venezia, al Campo San Polo, nell’ambito del Festival delle Regioni, il Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Cultura e le Regioni attraversate dalla Via Francigena italiana per sostenere la candidatura del celebre cammino alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Un passo importante nel percorso avviato nel 2017, che vede la Regione Toscana come capofila e la partecipazione attiva dell’Emilia-Romagna, insieme a Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Alla cerimonia erano presenti il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e gli assessori delle Regioni coinvolte, tra cui l’assessora al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Roberta Frisoni. “La nostra Regione è in prima fila- ha dichiarato Frisoni- per promuovere al meglio uno dei cammini storici e religiosi più importanti d’Italia, che si inserisce in una strategia complessiva di valorizzazione del nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico legato ai cammini di pellegrinaggio”. Nel tratto emiliano-romagnolo, la Via Francigena attraversa territori di straordinaria ricchezza: dalle pievi romaniche del Piacentino agli antichi monasteri cistercensi e alle grandi cattedrali, come il Duomo di Fidenza. Un percorso suggestivo, tra natura e spiritualità, che ha accompagnato per secoli i pellegrini verso Roma. Oggi, questo itinerario – riconosciuto dal 1994 come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa – punta al massimo riconoscimento internazionale. “L’obiettivo- ha aggiunto Frisoni- è valorizzare la Via Francigena come grande asse culturale europeo, capace di unire popoli, religioni e territori. E il riconoscimento UNESCO rappresenterebbe un salto di qualità fondamentale, con importanti ricadute in termini di visibilità internazionale, sviluppo locale, turismo sostenibile e tutela del patrimonio”. L’assessora ha sottolineato come la candidatura si inserisca perfettamente nel lavoro portato avanti dall’Emilia-Romagna per promuovere i cammini e le vie di pellegrinaggio: “Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa, che si integra con un’offerta regionale di 21 cammini interregionali, immersi in paesaggi di rara bellezza, tra borghi, castelli e luoghi di fede. Un turismo rispettoso dell’ambiente che intercetta anche la crescente domanda sia dei turisti italiani che di quelli internazionali di percorsi e attività all’aria aperta, che permette di riscoprire il territorio a piedi o in bici assaporando anche le eccellenze enogastronomiche dei nostri territori”. Il Protocollo rinnovato oggi rappresenta un ulteriore passo verso la presentazione ufficiale della candidatura. Dopo la prima firma nel 2017 e il rinnovo nel 2019 con l’ingresso del Ministero della Cultura, il progetto è stato ampliato per coinvolgere l’intero tracciato europeo della Via Francigena, da Canterbury a Roma. Per gestire il processo e redigere il Dossier di candidatura, la Regione Toscana ha ricevuto un finanziamento ministeriale di 1,1 milioni di euro. Ora l’obiettivo è concludere entro il 2025 il Preliminary Assessment, la valutazione preliminare, necessaria affinché lo Stato possa selezionare la candidatura italiana ufficiale da presentare all’UNESCO per il 2026. La Regione Toscana ha anticipato che il Dossier sarà concluso a giugno.