24 MARZO 2025

16:45

NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

395 visualizzazioni


24 MARZO 2025 - 16:45


NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

395 visualizzazioni



BOLOGNA: Alla Dozza i primi detenuti da istituti minorili | VIDEO

Arrivati al carcere della Dozza di Bologna i primi nove detenuti provenienti da diversi istituti per minori del Paese: si tratta di giovani adulti, quindi di età compresa fra i 21 e i 25 anni, in gran parte stranieri. La scelta del Governo aveva suscitato numerose polemiche ma a spiegarne le ragioni è arrivato con loro in città anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari

Dopo le polemiche delle ultime settimane, al carcere della Dozza sono arrivati i primi 9 detenuti provenienti dai diversi istituti per minori del Paese. Milano, Treviso, Catanzaro, Firenze, Palermo e anche del vicino Pratello, tutti istituti in sofferenza, anche se alla base della scelta del Ministero della Giustizia non c’è tanto una situazione di sovraffollamento, quanto, spiega il sottosegretario Ostellari, al termine della sua visita, per mantenere inalterata l’effettività del trattamento. “Questa operazione ha carattere di temporaneità e non ci sarà promiscuità fra giovani adulti e adulti e saranno garantiti i percorsi trattamentali” assicura proprio Ostellari. Nella sezione della Dozza destinata temporaneamente ad un massimo di 50 giovani adulti, dunque di età compresa fra i 21 e i 25 anni, dopo i primi nove arrivi, ne seguiranno altri nei prossimi giorni fino ad arrivare a quota 26. Impiegati inoltre sei funzionari pedagogici, 3 collaboratori e 24 agenti di penitenziaria. Quando saranno completati i lavori per tre nuovi Ipm a Rovigo, Lecce e L’Aquila (si parla di massimo fine estate) la sezione tornerà a disposizione del carcere di Bologna, volutamente scelto, viene sottolineato, “per la sua capacità di garantire ogni percorso senza promiscuità”. Ostellari, che assicura di aver trovato la disponibilità ha anche di sindaco e governatore per aprire anche in Emilia-Romagna comunità socio-rieducative come sta avvenendo in Lombardia, ricorda infine il dato del 51% di detenuti minori in Italia stranieri, spesso non accompagnati, o italiani di seconda generazione. E risponde così a chi parla di Decreto Caivano come concausa delle difficoltà del sistema penitenziario per minori: “Purtroppo l’aumento di numero di detenuti è determinato da un aumento della violenza”.




ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ

BOLOGNA: Amianto, la “strage dimenticata” dei lavoratori delle ex Ogr

Sono oltre 350 le vittime dell’amianto a Bologna fra i lavoratori delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove operai, istituzioni e l’associazione regionale AFeVA si sono ritrovati in occasione della Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro. “Da Fs ancora nessuna risposta sulla bonifica dell’area, non è più accettabile” ha sottolineato durante la cerimonia l’assessore comunale all’urbanistica, Raffaele Laudani Giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro celebrata a Bologna con una manifestazione davanti ai cancelli delle ex Officine Grandi Riparazioni di via Casarini, dove a causa dell’amianto, ampiamente utilizzato per decenni, sono ad oggi già scomparse oltre 350 persone occupate in quegli spazi da Ferrovie dello Stato. Una strage per molti dimenticata, il cui elenco di vittime è destinato tristemente a salire. “Qui di vecchiaia non è mai morto nessuno” ricorda dolorosamente Salvatore Fais, ex lavoratore delle officine di via Casarini e custode della sua memoria. Da tempo si parla di bonifica dell’area, che spetta proprio a Fs, e di un nuovo museo dedicato alle ex Ogr bolognesi, progetto che rientra in quello più ampio di rigenerazione dell’ex Scalo Ravone, ma ancora senza novità. “Insieme al sindaco abbiamo chiesto a Ferrovie di dare risposte certe ma ancora oggi non sappiamo a che punto è lo stato di caratterizzazione e quindi non abbiamo ancora certezze sui tempi -spiega l’assessore all’urbanistica Laudani – questa cosa non è più accettabile”. Milco Cassani, presidente regionale dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto infine ricorda: “La legge del 1992 ha messo al centro la fermezza della messa al bando di questo materiale ma non ha dato soluzione alle milioni di tonnellate che ancora restano tra di noi”.