10 MARZO 2025

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10 MARZO 2025 - 18:08


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BOLOGNA: Alluvione Argentina, de Pascale, 'pronti a dare aiuto'

Il presidente dell'Emilia-Romagna, Michele de Pascale, ha scritto al Governatore della Provincia di Buenos Aires, Axel Kicillof, per manifestare la solidarietà della Regione a seguito delle disastrose alluvioni che hanno colpito la regione della capitale argentina, causando almeno 16 vittime e decine di dispersi e di sfollati. “Stiamo seguendo con grande dolore e preoccupazione le notizie e il nostro pensiero va a tutte le vittime, ai loro cari e ai feriti che questa tragedia ha causato. Ci accompagna la speranza profonda che vengano presto portate in salvo le persone ancora disperse, tra le quali in primo luogo i bambini”, scrive de Pascale, ricordando che “anche la nostra Regione ha vissuto tragedie simili legate a eventi climatici estremi, sia nel maggio del 2023, che due volte pochi mesi fa”. Per questo, conclude de Pascale, “vorrei anche esprimere il più profondo ringraziamento e sostegno a quanti sono impegnati nelle operazioni di salvataggio e messa in sicurezza dei cittadini”, sottolineando che l’Emilia-Romagna “è a disposizione per qualsiasi supporto possa esservi utile in questo momento”. La Regione Emilia-Romagna, ricorda l'ente, da anni collabora con l’Argentina per la realizzazione di iniziative congiunte, anche a valenza internazionale, in diversi ambiti, a partire dalla sanità e dall’università. Inoltre, proprio l’Argentina ospita una vivace comunità emiliano-romagnola, con oltre 30mila persone originarie della Regione iscritte all’Aire e 25 associazioni sulle 92 che compongono Consulta regionale degli emiliano-romagnoli nel mondo. 




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".