BOLOGNA: Questore, “marcia fascista voleva controllare territorio”
La marcia neofascista di rivoluzione nazionale "non si configurava come una libera manifestazione del pensiero, ma come una sorta di presidio itinerante del territorio per controllarlo. Siccome questo è appannaggio dello Stato, non si poteva fare".
Il questore di Bologna Antonio Sbordone ha spiegato, in un'intervista all'edizione cittadina del Resto del Carlino, i motivi che nei giorni scorsi hanno portato al divieto della manifestazione neofascista, annunciata per sabato prossimo in città dal movimento Rivoluzione nazionale. La manifestazione era stata annunciata via social, senza un preavviso formalizzato, dal movimento Rivoluzione nazionale e aveva suscitato grande apprensione, anche dopo i recenti episodi che hanno visto coinvolti la rete dei patrioti. Il movimento, spiega Sbordone, "non è particolarmente attivo a Bologna, ma è presente in Emilia-Romagna. Conta qualche decina di iscritti, tutti molto giovani. Quando abbiamo notificato loro il divieto, abbiamo spiegato che possono organizzarsi in futuro, ma nei limiti di legge".
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Via libera in assemblea legislativa alla manovra di bilancio della regione. Ci sono investimenti su sanità e territorio ma c’è anche un aumento delle tasse che scatena le critiche della opposizione. "Il bivio che aveva davanti l'Emilia-Romagna era scegliere tra 300 milioni di euro di tagli alla sanità o accettare una sfida: aumentare le tasse per salvare il sistema sanitario" Questo è il nodo centrale della manovra di bilancio regionale presentata in Assemblea legislativa e approvata nonostante il voto contrario del centrodestra. Si tratta di un piano da 14,3 miliardi di euro, di cui 10 destinati alla sanità. Per riequilibrare i conti di un settore considerato un’eccellenza a livello nazionale, si è deciso di ricorrere a un aumento delle tasse: Irpef, Irap, bollo auto e ticket sanitari. Una scelta che non è piaciuta all’opposizione: "Una manovra iniqua – afferma Alessandro Aragona di Fratelli d’Italia – che assume i contorni di una vera e propria stangata fiscale, un provvedimento lacrime e sangue. Nonostante qualche piccolo aggiustamento sul terzo scaglione dell'Irpef, a nostro avviso insufficiente, questa è sicuramente una manovra da bocciare." A difendere la scelta è De Pascale: "L'obiettivo è che i cittadini dell'Emilia-Romagna non paghino di più, ma che non siano costretti a rivolgersi al privato. Con un piccolo contributo, proporzionale ai propri redditi, si potrà garantire un sistema universalistico che offra risposte a tutti." Ma la sanità non è l’unico ambito di intervento. Tra le principali voci di spesa ci sono anche 1,9 miliardi di euro destinati a lavoro, imprese e comunità, 672 milioni per i trasporti e il raddoppio delle risorse per la tutela del territorio. Inoltre, 167 milioni di euro saranno impiegati per la messa in sicurezza delle zone alluvionate: "Questo è un altro punto su cui stiamo lavorando con il commissario Curcio – conclude De Pascale – per definire con chiarezza il primo nucleo di opere che aumenterà la sicurezza. Che si tratti della Val di Zena o del Lamone nel territorio romagnolo, abbiamo aree particolarmente a rischio. Dobbiamo realizzare opere nuove, straordinarie, che non rispondano solo alla logica della ricostruzione, ma puntino all’aumento della sicurezza."