14 FEBBRAIO 2025

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14 FEBBRAIO 2025 - 10:28


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ROMAGNA: San Valentino, stangata per le coppie, +7% per i regali | VIDEO

Un San Valentino salato quello di quest’anno per tutti gli innamorati. Secondo Federconsumatori di Rimini le coppie dovranno fare i conti con un aumento medio dei prezzi del 7% rispetto all’anno scorso.

Tra i rincari più significativi spiccano i cofanetti per trattamenti estetici (+23%) e i cioccolatini (+19%), seguiti da SPA e fiori (+8%). Nonostante i rincari, le coppie cercano comunque  idee regalo che siano creative e significative. Oltre ai classici fiori e cioccolatini, sono molto in voga regali personalizzati. In un periodo di maggiore attenzione alle spese, molti optano per regali utili, come abbigliamento desiderato, abbonamenti in palestra o piccoli elettrodomestici smart. Sempre più coppie scelgono poi di investire in momenti da condividere con weekend romantici, degustazioni o esperienze di relax Un momento speciale è poi la classica cena romantica ma anche questa più cara. Il 46% delle coppie cenerà fuori, nonostante gli aumenti tra il 7% e il 23% nei ristoranti e così molti approfitteranno di app e promozioni per ottenere sconti. E allora anche con i rincari, questo San Valentino 2025 resta un’occasione per celebrare l’amore, tra tradizione e originalità ma con più consapevolezza economica.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".