13 FEBBRAIO 2025

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13 FEBBRAIO 2025 - 17:46


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EMILIA-ROMAGNA: Vertenze Berco, la Regione al tavolo di crisi e l’azienda diserta l’incontro | FOTO

“La Regione Emilia-Romagna sarà come non mai a fianco delle lavoratrici, dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali per tutte le scelte che andranno a intraprendere. Ora non è il momento dell’equidistanza: io credo che in questa situazione occorra difendere quello che è un patrimonio collettivo, la capacità produttiva di Berco e il futuro dei suoi dipendenti”.

Così l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, intervenendo oggi pomeriggio a Roma durante il Tavolo convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla crisi della Berco Spa di Copparo (Ferrara), la cui proprietà nei giorni scorsi ha disdetto unilateralmente gli accordi integrativi e riaperto una procedura di licenziamento collettivo per 247 dipendenti, che si uniscono ai 153 che già avevano optato per un’uscita volontaria.

All’incontro ministeriale, disertato dai vertici dell’azienda ferrarese specializzata nella produzione di componenti e sistemi sottocarro di macchine movimento terra cingolate, hanno partecipato le istituzioni (Regione Emilia-Romagna, Regione Veneto, Comuni di Copparo e Castelfranco Veneto), le organizzazioni sindacali locali, regionali e nazionali nonché i rappresentanti dei lavoratori.

“La scelta dei vertici di Berco- ha aggiunto Paglia- di non partecipare oggi è inqualificabile. Si tratta di una mancanza di rispetto per le Istituzioni che ha pochi precedenti. Questo atteggiamento e queste scelte non possono essere subiti passivamente. È indispensabile che il ministro Adolfo Urso intervenga direttamente presso la proprietà, la multinazionale tedesca ThyssenKrupp, per avere un chiarimento sulle scelte aziendali e sul loro rapporto col nostro Paese. Se ThyssenKrupp intende rimanere a Copparo si parli di investimenti e occupazione, altrimenti lo dica e continueremo in un altro modo, ma non si può andare avanti così”.

A seguito del tavolo, il ministro Urso, a nome del Governo ha chiesto di incontrare i vertici della multinazionale tedesca ThyssenKrupp per affrontare le prospettive del gruppo in Italia.

“Occorre in tutti i modi- ha concluso Paglia- scongiurare un precipizio sociale. Non dobbiamo dimenticare che questa situazione insiste su un territorio, la provincia di Ferrara, particolarmente complesso: perdere una realtà produttiva come quella e un livello simile di occupazione in questo territorio è per noi intollerabile. Ogni mossa utile per scongiurare esisti nefasti va fatta ora”.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".