1 FEBBRAIO 2025

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EMILIA-ROMAGNA: Cresce il turismo in E-R, 40,5 milioni di presenze nel 2024 | VIDEO

Cresce il turismo in Emilia-Romagna. Nel 2024 sono state registrate 40,5 milioni di presenze. A trainare, i turisti stranieri. La destinazione preferita resta la Riviera. Ecco tutti i numeri del settore.

 

40 milioni e mezzo di presenze. Così ha chiuso l’anno da poco passato l’Emilia-Romagna sul fronte turistico. L’aumento è del +3,6%. A crescere anche gli arrivi che sfiorano gli 11 milioni e 800 mila, con un aumento del 2,7% in un anno.

A trainare la crescita – come rileva l’Ufficio statistica della Regione Emilia-Romagna - è soprattutto il turismo internazionale. I pernottamenti di turisti stranieri sono stati infatti oltre 12 milioni, con una crescita di quasi il 10% rispetto al 2023. Più contenuti invece i dati degli italiani che continuano comunque a rappresentare il 70% del movimento turistico regionale. Le loro presenze hanno fatto registrare solo un punto percentuale in più da un anno all’altro.

Soddisfacente per la Regione anche il confronto con il periodo pre-pandemico. I pernottamenti sono infatti analoghi a quelli del 2019, che già allora venne definito come l’anno record per le presenze turistiche in Emilia-Romagna. La meta più gettonata si conferma la Riviera romagnola che da sola è stata in grado di attrarre 6 milioni di turisti tra gennaio e dicembre dell’anno scorso, per un totale di oltre 27 milioni di presenze, ovvero il 67% di tutte le presenze regionali. Ma hanno numeri in crescita anche le città d’arte e le località collinari. In ripresa anche quelle termali. In questi casi i tassi di crescita dei pernottamenti oscillano tra il 5 e il 6 per cento. Più contenuta la crescita delle mete appenniniche (+2%).

Dati nel complesso incoraggianti secondo il presidente di Regione Michele De Pascale e l’assessora competente Roberta Frisoni.




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FORLÌ: Uova, dal 2027 obbligatoria la selezione del sesso del pulcino prima della schiusa | VIDEO

Determinare il sesso del pulcino mentre si trova ancora dentro l’uovo, così da evitare il cosiddetto abbattimento selettivo dei pulcini maschi. È quanto stabilito da una nuova normativa del governo, alla quale gli avicoltori dovranno attenersi a partire dal 1° gennaio 2027. Se ne è parlato durante un incontro organizzato a Forlì dalle associazioni di categoria insieme al sottosegretario del governo Patrizio La Pietra. Sono già stati definiti tempi e modalità del nuovo controllo: “Prima che l'embrione diventi pulcino, entro il tredicesimo giorno massimo viene individuato – spiega il direttore di Assoavi, Stefano Gagliardi – per cui viene soppresso un uovo e non un embrione maturo.” Per farlo, però, sarà necessario dotarsi delle tecnologie adeguate, con un conseguente aumento dei costi. Aumenti che, tuttavia, non dovrebbero ricadere sul consumatore finale: “L'impatto è molto importante sulla filiera – aggiunge Gagliardi – perché questi costi poi si scaricheranno su chi deve acquistare i pulcini italiani, che rispetto a quelli dei Paesi concorrenti, come Spagna e Polonia, costeranno anche il 40-50% in più.” Il settore avicolo in Italia gode comunque di ottima salute, con un fatturato in crescita che supera i 7,5 miliardi di euro l’anno. È però fondamentale mantenere vivo il confronto per anticipare e affrontare tempestivamente eventuali criticità: “Credo che il fatto che il Masaf abbia istituito il tavolo di filiera per il settore sia già un passo importante – conclude il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra –. A breve avvieremo anche i tavoli di lavoro per costruire insieme a tutta la filiera un piano strategico nazionale.”