4 NOVEMBRE 2025

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4 NOVEMBRE 2025 - 11:34


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FAENZA: Città Creativa UNESCO, Isola, “fatti percorsi giusti” | VIDEO

“E’ tra gli esempi virtuosi di come creatività e cultura possano diventare leve concrete di crescita e coesione sociale”. Così ha commentato il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani il riconoscimento anche a Faenza di Città Creativa UNESCO. Un riconoscimento che premia la sua storica identità culturale e la capacità di coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità. La candidatura, presentata lo scorso febbraio dal Comune di Faenza insieme al Museo Internazionale delle Ceramiche e alla Regione Emilia-Romagna, mirava a valorizzare e promuovere il patrimonio ceramico come motore di sviluppo culturale e coesione sociale. L’UNESCO ha inoltre valorizzato il ruolo della città nella partecipazione culturale e la resilienza dimostrata nella ricostruzione post-alluvione, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Con questo ingresso, Faenza si affianca a Bologna (Musica), Modena (Media Arts) e Parma (Gastronomia), rafforzando la posizione dell’Emilia-Romagna come uno dei territori più rappresentativi della creatività italiana nel mondo.

 




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".