15 OTTOBRE 2025

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15 OTTOBRE 2025 - 10:19


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RIMINI: Aeroporto Fellini, via libera dell’Enac per l’ampliamento | VIDEO

Via libera all’espansione dell’aeroporto Fellini di Rimini. Enac ha approvato il progetto di AiRiminum, società che gestisce lo scalo di Miramare, per la costruzione di nuovi parcheggi da 160 posti, una pista per elisoccorso, quattro varchi d’accesso e un’area destinata ai mezzi d’emergenza. La pubblicazione in Gazzetta ufficiale sigla la pubblica utilità del Piano di sicurezza e accessibilità, che arriva dopo anni di ritardi e lunghe trafile burocratiche. Potranno, così, partire le operazioni di esproprio di circa 20mila metri quadrati a mare della via Flaminia, necessari per le opere. «Investire in infrastrutture moderne e tecnologicamente avanzate significa guardare al futuro con responsabilità», commenta alla stampa locale l’amministratore delegato Leonardo Corbucci. Il progetto prevede un sistema con quattro ingressi differenziati: uno su via Flaminia per passeggeri e arrivi, uno su via Losanna per i nuovi parcheggi, uno riservato agli operatori e un quarto per i mezzi di emergenza, in grado di garantire interventi più rapidi in caso di incidente. L’area per i soccorsi e l’elisuperficie sorgeranno accanto all’hotel Coronado, che sarà demolito. La nuova viabilità alleggerirà il traffico sulla Statale 16, consentendo l’accesso diretto allo scalo o ai parcheggi interni. Il Piano sicurezza rappresenta la prima fase di un programma più ampio, che comprende anche la creazione di una piattaforma intermodale per collegare l’aeroporto ai principali centri della Romagna.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".