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14 OTTOBRE 2025 - 12:25


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RAVENNA: Ricostruzione post alluvione, prosegue cantiere di rinforzo del Lamone | VIDEO

Una palancola dopo l’altra, per oltre un chilometro, per sostenere e rafforzare l’argine. Per riparare i danni causati a marzo dall’ultima ondata di piena del Lamone, già a inizio settembre è cominciato un nuovo cantiere a Villanova di Bagnacavallo, nel ravennate, che in questi giorni prosegue spedito: si tratta della prima tranche di opere di somma urgenza, da 7,5 milioni di euro, per il ripristino e il rinforzo dell’argine sinistro del fiume, lungo il tratto di pianura, grazie alla posa in opera di palancole d’acciaio lunghe 12 metri, a infissione statica, tramite apposite macchine.

Proprio a Villanova di Bagnacavallo si è svolto ieri pomeriggio un nuovo sopralluogo del presidente della Regione, Michele de Pascale, insieme alla sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Presente anche il sindaco di Bagnacavallo, Matteo Giacomoni. A seguire, un incontro pubblico per fare il punto sull’avanzamento dei lavori sul Lamone, nella Casa del popolo di Villanova, al quale hanno partecipato anche tecnici dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

“Era un intervento molto atteso dai cittadini di Villanova, di cui capiamo la preoccupazione dato che quest’area è stata colpita più volte dall’esondazione del Lamone- ha sottolineato de Pascale-. Grazie all’ottimo lavoro di squadra con la struttura commissariale, siamo riusciti a partire in tempi molti rapidi e, dopo i primi lavori urgenti di impermeabilizzazione delle fessurazioni che si erano manifestate dopo la piena di marzo 2025, ora siamo all’opera con un intervento più strutturato, per mettere in sicurezza l’arginatura e, di conseguenza, l’abitato. Siamo venuti a toccare con mano il cantiere, che procede spedito”, ha concluso il presidente.

“Comprendiamo bene l’apprensione, le paure di chi vive qui, da sempre, ogni volta che piove o vengono emesse allerte- ha commentato Rontini-. Vogliamo esprimere, ancora una volta, la nostra vicinanza alle comunità colpite o a rischio e ribadire il nostro impegno quotidiano per la messa in sicurezza del territorio”.

“Un segnale importante, per la nostra comunità, e un intervento concreto per la mitigazione del rischio idrogeologico- ha sottolineato il sindaco Giacomoni-. Desidero esprimere un ringraziamento a tutti i tecnici che hanno lavorato e stanno lavorando in maniera spedita; e alla Regione, per la parte progettuale e di gestione degli interventi e per la vicinanza alla gente, manifestata anche attraverso incontri pubblici”.

Proprio Villanova, e in particolare la frazione di Traversara, è da settimane sotto un’attenzione particolare della struttura commissariale e dei tecnici dell’Agenzia regionale: a Traversara è stata dedicata una commissione che, da circa un mese, si sta riunendo periodicamente per mappare gli edifici colpiti presenti nella ‘zona rossa’, definire quali demolire e quali puntellare. Inoltre, in stretta collaborazione con il Comune, si stanno portando avanti indagini geologiche per i movimenti d’acqua nelle falde per verificare la tenuta di alcune pozze che si sono formate accanto ad alcune abitazioni.

L’intervento

Per il ripristino e il rinforzo dell’argine sinistro del Lamone, attualmente è in corso l’infissione di una serie palancole, con metodo statico attraverso il cosiddetto “sistema treno”, che lavora dalla sommità degli argini avanzando via via e appoggiandosi alle palancole stesse. Si prevede che i lavori dureranno circa 150 giorni. A questa prima tranche, da 7,5 milioni di euro (con risorse dell’ordinanza commissariale), ne seguirà una seconda, di uguale valore. Per quanto riguarda sempre il Lamone, oltre a queste opere in corso nel tratto di pianura (all’altezza di Villanova), sono stati finanziati e quasi tutti conclusi, o in via di conclusione, una lunga serie di interventi di somma urgenza, tutte in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Tra queste, i lavori (per oltre 5 milioni di euro) per il ripristino degli argini in sinistra e destra idraulica sempre del Lamone nei comuni di Ravenna, Russi e Bagnacavallo (in località Traversara); le opere, in corso (1 milione 700mila euro) sull’argine sinistro del corso d’acqua danneggiato nel tratto da Ponte dell’Albergone fino a valle dell’abitato di Traversara




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".