13 OTTOBRE 2025

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13 OTTOBRE 2025 - 09:26


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VALSAMOGGIA: Post alluvione, sopralluogo della sottosegretaria Rontini

Crespellano, in via IV Novembre, dove lo scorso ottobre l’omonimo Rio, che lì scorre intubato, è straripato, allagando case, scuole, negozi, aziende e anche una chiesa. Poi a Savigno, in via della Pace, lungo il torrente Samoggia, fino a via Bernardi, al confine con Monte San Pietro: un tragitto dove sono ancora evidenti i fenomeni erosivi causati delle esondazioni di maggio 2023 e di giugno, settembre, ottobre e dicembre 2024.

Sono le zone, nel comune di Valsamoggia (BO), visitate dalla sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, insieme alla sindaca, Milena Zanna.

“Un’altra giornata di sopralluoghi, insieme alla sindaca di Valsamoggia e alla sua giunta, prima sul Rio Crespellano, che è di competenza del Consorzio della Bonifica Renana, poi sul torrente Samoggia. Sono sempre momenti importanti per vedere da vicino le situazioni- ha sottolineato la sottosegretaria- e avere il quadro di come si sono evoluti i fenomeni alluvionali, anche in vista della ripartizione delle risorse. A seguito dell’approvazione del decreto legge 65, infatti, il presidente de Pascale, in qualità di sub commissario, dovrà individuare come indirizzare i 100 milioni che il provvedimento ci consegna per intervenire sugli eventi di settembre e ottobre 2024”.

“Andremo, quindi- ha aggiunto Rontini- a un confronto con i presidenti delle Province, con il sindaco metropolitano, per capire come ripartire quelle risorse, quali sono le priorità dei territori. Come noto, è già in corso, anche qui, il lavoro di individuazione delle opere, bacino per bacino, per restituire maggior sicurezza idraulica e idrogeologica. Sulle priorità che ci verranno consegnate- ha concluso la sottosegretaria- provvederemo ad avviare il prima possibile alcuni cantieri, con la collaborazione dei Consorzi di Bonifica e con tutti gli enti istituzionali coinvolti nei percorsi”.

“Ringrazio la Regione per essere qui, in questo sopralluogo sul torrente Samoggia e sul Rio Crespellano- ha commentato la sindaca-. Abbiamo avuto alluvioni importanti, che hanno causato numerosi danni; speriamo che, nel più breve tempo possibile, ci siano le risorse sufficienti per poter mettere in sicurezza i nostri cittadini e fare degli interventi in grado di prevenire in futuro situazioni come quelle che purtroppo si sono verificate”.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".