13 OTTOBRE 2025

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13 OTTOBRE 2025 - 10:04


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ROMAGNA: Indennizzi bagnini, PD diviso ma de Pascale va avanti | VIDEO

Non si arresta la discussione sugli indennizzi ai balneari in vista delle future aste per le concessioni demaniali. Il tema è riesploso dopo l’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale al TTG di Rimini, dove ha rilanciato l’idea di riconoscere un compenso ai concessionari uscenti che dovessero perdere la gestione della spiaggia. La proposta ha provocato la reazione di una parte del Partito Democratico riminese: sessantaquattro iscritti e militanti, tra cui l’ex vicesindaco Maurizio Melucci, hanno indirizzato una lettera al segretario regionale Luigi Tosiani contestando la posizione del governatore, giudicata improponibile e politicamente sbagliata. Nel testo si critica l’ipotesi di risarcire i concessionari utilizzando le entrate dei canoni demaniali, considerata contraria ai principi di concorrenza fissati dall’Unione europea. All’indomani della presa di posizione, De Pascale ha chiarito i contorni della sua proposta, ricordando di occuparsi della questione da oltre quindici anni e di averla sostenuta anche in passato. L’idea, ha spiegato, è quella di riconoscere un indennizzo non a carico dello Stato ma del nuovo concessionario che subentra, in modo da compensare chi, dopo anni di attività, si trova nell’impossibilità di proseguire la propria impresa. Si tratterebbe dunque di un meccanismo basato su un sovracanone a carico dell’entrante e non su fondi pubblici. Lo schema richiamerebbe peraltro una proposta del Partito Democratico risalente al 2012, che prevedeva di fissare una durata minima e massima delle concessioni e di introdurre un indennizzo corrispondente al valore commerciale dell’azienda, comprensivo di avviamento, manufatti e attrezzature, garantito da fidejussione e a carico del subentrante. Sul tema si è espressa anche Confartigianato Imprese Demaniali. Il presidente Mauro Vanni ha difeso l’impostazione della Regione, sottolineando la necessità di tutelare gli investimenti delle microimprese familiari che hanno costruito un modello economico riconosciuto a livello nazionale. Secondo l’associazione, la mancata previsione di un riconoscimento economico favorirebbe l’ingresso di grandi gruppi e realtà criminali a discapito delle imprese locali.Nel frattempo, il Comune di Rimini ha confermato la sintonia con la linea regionale e ha annunciato un nuovo incontro con gli altri Comuni costieri per condividere criteri omogenei in vista delle gare. L’amministrazione sottolinea come la competenza legislativa resti nazionale, ma riconosce alla Regione un ruolo di coordinamento e supporto per le realtà del territorio.
 

La partita sulle concessioni, intrecciata alla direttiva Bolkestein e ai continui rinvii normativi, si conferma uno dei nodi più complessi della stagione politica romagnola, con il Pd diviso al suo interno e le categorie determinate a difendere un comparto che resta centrale per l’economia della costa.

 




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".