12 OTTOBRE 2025

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12 OTTOBRE 2025 - 10:05


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PREDAPPIO: Post alluvione, torna completamente agibile la Strada provinciale 47 | FOTO

Riapre completamente al traffico la Strada provinciale 47 all’altezza di Predappio Alta, una delle frazioni più importanti di Predappio, in provincia di Forlì-Cesena. Si è, infatti, conclusa in questi giorni, all’ingresso dell’abitato, una prima parte di interventi strutturali di ripristino e consolidamento dopo i danni provocati dall’alluvione di maggio 2023. A causa del maltempo, infatti, si erano sviluppati due movimenti franosi - in un’area compresa fra la provinciale, il fosso di Predappio e il cimitero - che avevano colpito una porzione dell’ammasso roccioso causando una colata di fango e il cedimento di una gabbionata stradale, con il conseguente coinvolgimento di una corsia della provinciale. Attualmente, nella seconda area franata, a monte del fosso nei pressi dell’ex canile, sono, invece, ancora in corso i lavori di regimazione delle acque e di consolidamento. Tutte le opere sono state finanziate nell’ambito dell’ordinanza 8/2023 del commissario straordinario alla ricostruzione, per un importo complessivo di circa 600mila euro.

Gli interventi realizzati

Nella prima area, adiacente al cimitero, in sostituzione della gabbionata danneggiata dal dissesto è stata realizzata una paratia di pali con tiranti alla sommità della frana, un cordolo in cemento armato e una barriera stradale metallica che hanno permesso il ripristino della viabilità, precedentemente regolata a senso unico alternato. Per ridurre l’infiltrazione d’acqua nel corpo della frana, sono state costruite trincee drenanti riempite con ghiaia e poi ricoperte con il terreno. Infine, al piede del dissesto, è stato realizzato un muro di sostegno in cemento armato rivestito in mattoni e il relativo drenaggio. Gli interventi e la direzione dei lavori sono a cura dell’Ufficio di Forlì-Cesena dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in stretto raccordo con il Comune di Predappio.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".