11 OTTOBRE 2025

10:14

NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

481 visualizzazioni


11 OTTOBRE 2025 - 10:14


NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

481 visualizzazioni



EMILIA ROMAGNA: Uno Bianca, al via il progetto Regione-associazione vittime

In regione Emilia Romagna ha preso il via un progetto dedicato al ricordo delle vittime della uno bianca: tante iniziative a partire dai prossimi mesi, partendo dal 13 ottobre, la data in cui si celebra la giornata in ricordo delle vittime della Uno Bianca.

“Uno Bianca per chi l’ha vista. Una storia per chi non c’era” è il progetto creato a seguito della firma del protocollo sottoscritto dall’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna con l’Associazione Vittime della Uno Bianca. Un calendario ricco di eventi a Bologna tra novembre e gennaio, con quattro mostre, dieci incontri e un sito web, dedicati al racconto di quegli anni.

Un progetto finalizzato a realizzare insieme, a partire dalle scuole, iniziative per mantenere viva la memoria delle vittime, per quella che tra il 1987 e il 1994, con 23 morti, 114 feriti e 102 azioni criminali, viene considerata come la strage più diffusa sul territorio e più duratura nel tempo che la storia della Repubblica ricordi.

“L’Assemblea legislativa ha sottoscritto un protocollo d’intesa con l’associazione che riunisce i familiari delle vittime per realizzare insieme, a partire dalle scuole, iniziative per mantenere viva la memoria delle vittime della banda della Uno Bianca, promuovendo la conoscenza storica dei crimini commessi e delle vicende giudiziarie e umane ad essi connesse. Confermiamo così il nostro impegno nel promuovere la cultura della memoria e nel sostenere percorsi di consapevolezza civile, in linea con i valori democratici e con la missione istituzionale della Regione Emilia-Romagna” ha spiegato il presidente Fabbri. “Gli eventi che presentiamo oggi servono a trasmettere alle nuove generazioni un senso civico e di cittadinanza attiva attraverso la memoria degli avvenimenti e delle vittime”.

“Quest’anno la nostra associazione compie trent’anni” ha raccontato Capolungo. “A che scopo portarne avanti le attività? Nessun dubbio: la vicenda della ‘Uno bianca’ presenta aspetti talmente terribili, inquietanti e oscuri che vale la pena combattere ancora e ricordare. Le mostre e gli incontri che stiamo organizzando a Bologna servono proprio a rammentare quanto quella catena di delitti abbia segnato non solo chi è stato colpito come noi, ma tutta l’area metropolitana bolognese, terrorizzandola. Ma soprattutto vogliamo che i giovani, che inevitabilmente poco o nulla ne sanno, possano esserne correttamente informati e colpiti.

“Il progetto Uno Bianca è una chiamata alla memoria dal punto vista della società civile” ha dichiarato Matrone. “É un’indagine storica sulla reazione, sullo sgomento, sull’emozione, sullo sdegno e sull’impegno dei cittadini davanti ai tragici episodi criminali accaduti tra il 1987 e il 1994 (sette anni e mezzo di terrore) e ai loro responsabili quasi tutti uomini delle forze di polizia. È un invito per chi ha vissuto quel periodo, e per chi non c’era, a non dimenticare affinché fatti del genere non accadano mai più.”




ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ

FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".