10 OTTOBRE 2025

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10 OTTOBRE 2025 - 17:33


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FORLI': Claudio Vicini direttore sanitario delle Terme di Castrocaro

Il professor Claudio Vicini è il nuovo direttore sanitario del complesso delle Terme di Castrocaro e della Lucia Magnani Health Clinic. Il professor Vicini, nato a Cesena nel 1953, è da poco stato inserito nella classifica mondiale dei ricercatori più citati al mondo elaborata dall'Università di Stanford ed Elsevier, che comprende il 2% degli studiosi con il maggiore impatto scientifico internazionale. Laureatosi in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti nel 1978 presso la Scuola Superiore di Studi Universitari di Pisa, ha conseguito tre specializzazioni: in Otorinolaringoiatria a Pisa, in Neurologia a Ferrara e in Audiologia a Firenze. Dal 1996 Primario dell'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e Stomatologia dell'ospedale di Forlì. È qui che sviluppa un profondo interesse per la chirurgia dei disturbi respiratori nel sonno, collaborando con cliniche e specialisti di fama mondiale. Pioniere in Italia, nel 2008 avvia il programma di chirurgia robotica transorale con la piattaforma Da Vinci, dopo essersi formato direttamente presso la Penn University di Filadelfia. A livello manageriale, ha ricoperto ruoli, tra cui coordinatore Orl di Area Vasta Romagna e, successivamente, direttore del Dipartimento trasversale Testa-Collo dell'Azienda Unica romagnola. Dopo incarichi presso le Università di Parma, Pavia e Varese, dal 2017 è professore associato all'Università di Ferrara, in collaborazione con l'Università di Bologna per ricerca e didattica, mantenendo la sua attività assistenziale in Romagna. Nel marzo 2023, l'Università di Ferrara gli ha conferito il titolo di eminente studioso. 




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".