10 OTTOBRE 2025

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10 OTTOBRE 2025 - 11:10


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EMILIA-ROMAGNA: Turismo congressuale, presenze salite a 6,4 milioni all'anno | VIDEO

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Italiano Congressi ed Eventi, nel 2024 il turismo congressuale in Emilia-Romagna ha generato 6,4 milioni di presenze. Le performance migliori sono quelle di Bologna e Rimini.

 

Nello scenario internazionale il Belpaese risulta essere al 2° posto per numero di eventi nel 2024, preceduto solo dagli Stati Uniti. Tra le città italiane con maggior numero di eventi, Bologna occupa la terza posizione, preceduta da Roma e Milano.

Secondo il report, il Turismo Business in Emilia-Romagna si conferma un tassello importante dell'industria turistica regionale, con dati in costante crescita, grazie ai due poli congressuali di Bologna e Rimini. I dati emersi dalla ricerca confermano che nel 2024 il turismo congressuale regionale ha generato 6.440.357 presenze (il 13,6% di quelle italiane), con oltre 42 mila eventi (11,4% la percentuale rispetto al Belpaese).

«Il turismo della Meeting Industry rappresenta sempre di più un prodotto centrale nell'offerta turistica dell'Emilia-Romagna - sottolinea l’Assessora Regionale a Turismo, Commercio e Sport Roberta Frisoni - ed il Progetto regionale MICE continua a valorizzare l’offerta congressuale e sostenere le attività messe in atto dagli operatori per rafforzare la Regione come una delle destinazioni leader per la Meeting Industry. I numeri presentati oggi confermano il dinamismo di questo comparto, che favorisce la destagionalizzazione, soprattutto per la Riviera, ed è efficace strumento di valorizzazione delle nostre eccellenze, dalla Motor Valley al Wellness, dalle Città d’Arte con i loro tanti riconoscimenti Unesco ai Borghi, dimore storiche e castelli dell’entroterra, senza dimenticare la nostra enogastronomia unica al mondo».




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FORLÌ: Ai Musei San Domenico inaugura la sala dei “Grandi Donatori” e riapre la Collezione Verzocchi | VIDEO

Oltre 140 fra sculture e dipinti realizzati da prestigiosi artisti italiani e una nuova ala dedicata ai “Grandi Donatori”. Per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura 2028 Forlì punta sempre di più sui Musei San Domenico. Alla presenza della giunta comunale, degli allestitori e di tanti appassionati di arte e cultura forlivesi sono stati inaugurati una nuova sala che conterrà 48 opere appartenute a divesi donatori ed è stara riaperta al pubblico la Collezione Verzocchi.  L’ennesima dimostrazione della forte vocazione artistica della città e un ulteriore passo verso la consolidazione della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028. Sono questi i segnali lanciati dal Comune di Forlì attraverso l’inaugurazione di una nuova sezione dei Musei di San Domenico dedicata ai “Grandi Donatori” e alla temporanea riapertura al pubblico della Collezione Verzocchi. Per un totale di oltre 190 opere fra dipinti, ritratti e sculture di straordinaria fattezza. 48 quelle che adornano la sala dei “Grandi Donatori”; 146 quelle appartenute e commissionate a 70 artisti italiani da Giuseppe Verzocchi, mecenate nato a fine Ottocento in una famiglia di origine forlivese. Preceduto da un nuova conferenza della rassegna “Un dipinto al mese” centrata sullo scultore italiano di inizio Novecento Adolfo Wildt nella ex Chiesa di San Giacomo, il taglio del nastro da parte del sindaco Gian Luca Zattini si è tenuto davanti una nutrita cornice di appassionati avvolti da un’esplosione di luci e colori. “Un atto di profondo senso civico” è ciò che rappresenta – a detta del primo cittadino di Forlì - la sezione “Grandi Donatori”. Un’area dei Musei cittadini fino ad oggi inutilizzata che – soprattutto per l’elevato tenore estetico dei capolavori che ospiterà – vuole celebrare la generosità di cittadini, famiglie e collezionisti che hanno donato opere di prestigio di loro proprietà al patrimonio pubblico “abdicando al valore economico, ma soprattutto affettivo” – ha sottolineato Zattini. Due novità che rinnovano e arricchiscono il patrimonio storico-artistico della città e che, nei piani dell’amministrazione, si innestano nel già avviato programma che porterà Forlì e Cesena a competere per l’assegnazione del titolo di Capitale della Cultura italiana 2028.