10 OTTOBRE 2025

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10 OTTOBRE 2025 - 15:39


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EMILIA-ROMAGNA: Hera, il progetto ‘Un pozzo di scienza’ compie 20 anni | VIDEO

Compie vent'anni 'Un pozzo di scienza', il programma di divulgazione scientifica che il Gruppo Hera rivolge alle scuole secondarie di secondo grado.

 

Stimolare la curiosità scientifica dei ragazzi e renderli più sensibili a stili di vita volti alla sostenibilità. Questa l’intenzione di ‘Un pozzo di scienza’, il programma di divulgazione scientifica del Gruppo Hera volto agli studenti che quest’anno festeggia il ventennale. Anche l’edizione in corso prevede laboratori, spettacoli teatrali e conferenze.

Il programma, dal 2007 ad oggi ha coinvolto 200 mila studenti in varie province dell’Emilia-Romagna. L’edizione 2025-2026, intitolata “Oltre il limite – Guidare il cambiamento”, propone un ricco catalogo di oltre 40 attività, in presenza e a distanza, tra laboratori scientifici, spettacoli teatrali, conferenze e workshop con l’obiettivo di ispirare, stimolare il pensiero critico e la curiosità scientifica dei ragazzi, rendendoli protagonisti attivi di un cambiamento consapevole verso stili di vita più sostenibili e un futuro più promettente.

Tra le novità, in occasione del ventennale, lo spettacolo teatrale itinerante “Stardust – Polvere di stelle”, che farà tappa anche a Ravenna e a Cesena: è un’opportunità per parlare in modo originale ed efficace di cambiamento climatico e dell’impatto dell’uomo sulla Terra, con un linguaggio che emoziona unendo musica, poesia e dati scientifici. Atteso anche il workshop: “La scienza si fa Pop!”, per esplorare e mettere in pratica i nuovi linguaggi della divulgazione.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".