EMILIA-ROMAGNA: Carceri, “ogni giorno 10 detenuti tornano a delinquere” | VIDEO
Ogni giorno in Emilia-Romagna una decina di persone esce dal carcere e torna a delinquere. Così l’associazione Papa Giovanni XXIII denuncia il fallimento del sistema carcerario italiano in periodo di forti proteste fra i detenuti.
“Anche nella nostra cara Emilia-Romagna una decina di persone torneranno a delinquere. Tutti i giorni escono e dieci di queste torneranno. Questo è il dato”, denuncia Giorgio Pieri, coordinatore del progetto Comunità educante con i carcerati dell’Apg23.
Il sistema carcerario in Italia così com’è non funziona, e i dati sulla recidiva dei detenuti, che si attesta al 70%, lo dimostrano. È quanto torna a ribadire l’associazione Papa Giovanni XXIII che, attraverso le sue quattro comunità educanti per carcerati in Emilia-Romagna continua a monitorare la situazione in un periodo in cui si moltiplicano le proteste dei detenuti in varie strutture di detenzione in Italia.
“La situazione in Emilia-Romagna, un po’ come in tutti gli altri Paesi, è comunque tenuta sotto controllo – precisa Pieri -. Abbiamo avuto qua e là alcune proteste nelle carceri, però sono state subito controllate”. “Per esempio, conosco bene il carcere di Rimini. C'è una situazione di volontà e di collaborazione col territorio molto alta”.
Il sovraffollamento è solo un problema nel problema, per l’associazione che si occupa del reinserimento sociale dei carcerati, e per la quale il costo economico della detenzione (200 euro a detenuto al giorno) non dà i frutti sperati. “70.000 in un anno, se funzionassero, ok. Ma siccome non funzionano, allora ci dobbiamo porre la domanda: quale sono le alternative al sistema carcere?”, domanda Pieri.
Il tasso di recidiva crolla al 20% se il detenuto viene inserito in progetti di lavoro o di studi. Eppure realtà che si occupano di questo non vengono sovvenzionate dallo Stato. “È una vergogna che lo Stato, secondo il principio della sussidiarietà, non aiuti realtà come queste che, come nella regione Emilia-Romagna, sono presenti da vent'anni”, afferma il coordinatore.
Il modello alternativo al carcere è stato importato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII negli anni '90 dal Brasile dove dal 1972 sono attive le "carceri senza sbarre" create dall'Associazione per la Protezione Assistenza Condannati (Apac). Al connubio tra queste due esperienze è dedicata la mostra “Dall’amore nessuno fugge. L’esperienza Apac dal Brasile all’Emilia-Romagna”. Attraverso i volti dei detenuti e dei volontari, la mostra esposta in Assemblea legislativa in viale Aldo Moro, 50 racconta, numeri e date alla mano, come 50 anni fa il sogno di un gruppo di cristiani brasiliani cambiò l’approccio al carcere e ai carcerati. Oggi in Brasile ci sono 23 Apac e un’esperienza analoga è presente in Italia grazie alla Comunità Papa Giovanni XXIII che ha realizzato le Comunità educanti per carcerati (Cec). La mostra “Dall’amore nessuno sfugge. L’esperienza Apac dal Brasile all’Emilia-Romagna” è aperta al pubblico fino al 13 settembre dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18.
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