RIMINI: Insegnanti di sostegno in protesta, “sistema graduatorie ingiusto” | VIDEO
Non si placa la mobilitazione degli insegnanti di sostegno critici nei confronti del recente decreto ministeriale che rivede il sistema delle graduatorie. Comitati di protesta sono sorti in tutto il Paese, tra cui a Rimini.
Continua la protesta degli insegnanti di sostegno contro il decreto Scuola del 23 luglio scorso che prevede nuovi corsi abilitanti semplificati per il sostegno e dalla durata inferiore. Percorsi più brevi che per chi si è formato con i corsi tradizionali rappresentano un’ingiustizia.
“Il recente decreto si configura come una vera e propria bomba atomica lanciata sulla scuola italiana, in grado potenzialmente di annichilire cinquant'anni di storia dell'inclusione”, spiega Nicola Gori docente di sostegno di Bellaria-Igea Marina e membro del comitato Sosteniamo il sostegno.
In tutto il Paese sono sorti comitati e collettivi di docenti specializzati di sostegno. Un tam tam nato dai social. Fra questi vi è il comitato Sosteniamo il sostegno che riunisci insegnanti delle province di Rimini e Pesaro Urbino.
“Il primo nocciolo della questione sono i percorsi abilitanti da 30 crediti proposti dal governo – prosegue Gori -. Si tratta di percorsi senza obbligo di frequenza, senza alcuna selezione all'ingresso, senza tirocini né laboratori. Tutte cose che dovrebbero far parte di una formazione più seria”.
Contestato anche l’inserimento in graduatoria di chi si è specializzato in Paesi dove il concetto di inclusione non è ancora sviluppato. “L'ultimo controverso punto che contestiamo al governo – aggiunge il docente - è quello di aver permesso alle famiglie effettivamente di confermare il docente di sostegno, scavalcando potenzialmente graduatorie”.
In qualche modo l'inclusione potrebbe essere messa a rischio da queste nuove norme? “Il fatto che non si stia in nessuno di questi modi privilegiando né il merito, che tra l’altro il Ministero ha nel nome, né la qualità della formazione. Il tutto si configura come un indulto generale che poco ha a che vedere con la qualità che invece dovrebbe fare da padrone nel mondo della scuola”.
ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ