EMILIA-ROMAGNA: Granchio blu, “prolungare lo stato di calamità” | VIDEO
La proliferazione del granchio blu continua ad essere un problema perché la specie infestante sta gravemente compromettendo l’attività di acquacoltura di mitili nelle aree del delta del Po ma anche nei territori dei comuni di Goro e Comacchio. I danni provocati dal granchio blu al settore della molluschicoltura in provincia di Ferrara si manifestano nei numeri relativi al calo di produzione e di fatturato delle cooperative e dei soci allevatori. Nei primi 5 mesi del 2024 le cooperative riportano un calo della produzione di vongole pari al 70% nei casi meno gravi, fino al 100% nei casi, in particolare, delle cooperative di Comacchio e di alcune cooperative di Goro con concessioni in acque troppo profonde per poter installare i recinti che impediscono ai granchi di entrare. Le cooperative che hanno potuto installare i recinti, concessi limitatamente ad una superficie pari al 10% della concessione, sperano che il novellame seminato all’interno possa sopravvivere alle temperature estive, così da poter raccogliere un quantitativo seppur minimo di vongole nell’autunno. I biologi di Ispra, che stanno conducendo i monitoraggi nelle lagune venete, hanno appurato che ogni femmina depone da un minimo di 600.000 ad un massimo di 6 milioni di uova. E’ quindi plausibile che prossimi mesi si assista ad una consistete proliferazione del crostaceo. Tra le possibili iniziative da intraprendere per alleviare in parte gli effetti dell’emergenza granchio blu, è stata suggerita l’istituzione di una campagna di promozione dalla specie a scopi alimentari per incrementare i prezzi di vendita degli esemplari catturati, idonei alla commercializzazione. Le associazioni di categoria chiedono una proroga dello stato di calamità già dichiarato per una durata di 24 mesi, al fine di consentire alle imprese di poter richiedere i contributi anche nel 2025, potendo dimostrare il calo drastico di fatturato, manifestatosi nel 2024.
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