17 MAGGIO 2024

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17 MAGGIO 2024 - 15:58


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FERRARA: Ipertensione arteriosa resistente ai farmaci, arriva tecnica innovativa

Negli ultimi due anni, l'Arcispedale Sant’Anna di Ferrara ha introdotto un intervento innovativo e non invasivo per trattare l'ipertensione resistente ai farmaci. Nel Laboratorio di Emodinamica dell’ospedale, i pazienti possono ora beneficiare della denervazione renale, una procedura rivoluzionaria che rappresenta un'alternativa al tradizionale trattamento farmacologico.

Secondo una recente analisi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre 1,28 miliardi di persone nel mondo soffrono di ipertensione, e circa la metà di loro non ne è consapevole né riceve alcun trattamento, con gravi rischi per la salute cardiovascolare. In Italia, e in particolare nella regione Emilia Romagna, la situazione è allarmante: il 41% degli uomini e il 30% delle donne sono ipertesi. Inoltre, più della metà delle persone sopra i 64 anni soffre di ipertensione arteriosa, con 574 mila casi registrati in tutta la regione.

L'ipertensione arteriosa resistente si verifica quando i valori pressori restano elevati (superiori a 140/90 mmHg) nonostante la terapia farmacologica. Questa condizione aumenta significativamente il rischio di ictus, infarto, scompenso cardiaco e nefropatia. Spesso, l'inefficacia del trattamento farmacologico può essere dovuta a intolleranza ai farmaci o a una scarsa aderenza alla terapia da parte del paziente.

In questo contesto, la denervazione renale si presenta come una soluzione sicura ed efficace. "Prima di questa procedura non esistevano trattamenti oltre a quello farmacologico", spiega il professor Gabriele Guardigli, direttore della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara. "Oggi, con questa tecnica, riusciamo a ottenere una riduzione adeguata dei valori pressori in almeno l'85-90% dei pazienti entro 3-6 mesi, riducendo così le complicanze cardiovascolari, cerebrovascolari e nefrovascolari associate all'ipertensione".

La procedura di denervazione renale, eseguita nel laboratorio di emodinamica dell’Arcispedale Sant’Anna, è riservata ai pazienti con ipertensione arteriosa resistente. Questa tecnica minimamente invasiva coinvolge i gangli nervosi renali, responsabili dell'iperstimolazione delle arterie renali e dell'elevata pressione arteriosa. Dopo una sedazione e una piccola incisione, il chirurgo inserisce un catetere sottile per operare sui gangli. Utilizzando un dispositivo spiraliforme, viene erogata energia a radiofrequenza per termo-ablare i plessi renali senza compromettere la funzionalità dell’organo. Una volta completato l'intervento, il catetere viene rimosso senza lasciare alcun impianto.

"La riduzione della pressione arteriosa è particolarmente importante nei pazienti in politerapia," conclude il professor Guardigli, "perché migliora la prevenzione di complicanze secondarie all’ipertensione come l’infarto del miocardio, l’ictus e l’emorragia cerebrale."




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BOLOGNA: Alluvione, nasce la cabina di regia unica con la Regione

Dopo le recenti alluvioni, nasce in Emilia-Romagna un’unica cabina di regia degli interventi tra Regione (Agenzia per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile), Città metropolitana e Comune di Bologna per affrontare in modo condiviso e congiunto le azioni necessarie per la messa in sicurezza progressiva del territorio di Bologna. La lettera di intenti è stata firmata dal presidente Michele de Pascale e il sindaco del capoluogo Matteo Lepore. La cabina di regia si interfaccerà in modo unitario nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Ministeri e del Commissario di Governo. In particolare, "si chiederà al Governo - spiega l'ente regionale - di estendere la competenza del Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche a partire dal maggio 2023 anche agli episodi alluvionali" che hanno interessato Bologna. "L’obiettivo della cabina di regia politica è quello di definire in modo condiviso una nuova e più funzionale suddivisione delle funzioni e delle competenze sulla rete idraulica complessiva della città di Bologna e sul territorio metropolitano, anche attraverso la definizione di un accordo di programma o di altro strumento giuridico idoneo fra i diversi enti e soggetti, sia pubblici che privati, coinvolti". I gravi eventi che hanno colpito la città e l’area metropolitana di Bologna "hanno certamente reso necessario un rafforzamento e una sensibilizzazione della cultura di protezione civile, della piena presa coscienza dei cambiamenti climatici e l’adattamento agli eventi estremi sempre più frequenti da parte della comunità. In collaborazione con l’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile si predisporranno una serie di attività divulgative e formative, sia tra enti che presso la cittadinanza". Questo strumento di decisione politica sarà affiancato da un team di lavoro tecnico dei rispettivi enti con la finalità di coordinamento ed indirizzo di tutti i soggetti coinvolti. Per quanto riguarda la città di Bologna, oltre a Regione e Comune, ne faranno parte Consorzio di Bonifica Renana, Hera (quale gestore del ciclo idrico integrato e del sistema fognario delle acque bianche), Atersir, Gestione Acque Canali Reno e Savena (G.A.C.R.E.S).  "Un passo necessario per fronteggiare rapidamente le criticità causate dall’alluvione che ha colpito il nostro territorio e avviare una serie di interventi per mettere in sicurezza idraulica la città e l’area metropolitana". Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, commentando l'istituzione di un'unica cabina di regia tra Regione Emilia-Romagna, comune e città metropolitana per gli interventi riguardanti il capoluogo emiliano romagnolo dopo le recenti alluvioni. "Con questo accordo - sottolinea - ci impegniamo a superare ogni sorta di disallineamento e frammentazione per un governo unitario degli interventi”. Le fasi di intervento definite per la città di Bologna sono tre. La prima riguarda gli interventi urgenti di breve termine con un primo ripristino delle funzionalità pre alluvionali delle opere gravemente danneggiate dagli eventi, dando mandato al gruppo tecnico la precisa individuazione degli stessi e la loro rapida risoluzione. Nella prima fase rientrano per esempio il ripristino della copertura divelta dei canali e la sistemazione di lesioni puntuali degli stessi nelle aree Costa, Zoccoli, Brizio, Monte Nero. La seconda fase prevede la valutazione di limitati interventi puntuali in sede, presso i canali, per la rimozione di restringimenti della portata idraulica tendenzialmente causati da opere private. La terza fase prevede il completamento dello studio idraulico già avviato sul complesso del reticolo e del sistema idraulico per la messa in sicurezza strutturale del nodo bolognese. In questa fase verranno individuate le opere specifiche e lo strumento attuativo. In questa fase si quantificheranno gli importi, le necessarie fonti di finanziamento delle opere e verranno fatte valutazioni sul soggetto attuatore più idoneo. Riguardo al territorio metropolitano di Bologna sarà attivato uno specifico team di lavoro tecnico dei rispettivi enti con la finalità di coordinamento ed indirizzo di tutti i soggetti coinvolti nella gestione e dell’assetto idrogeologico del territorio. Particolare attenzione sarà data, secondo quanto reso noto, agli ambiti collinari a partire dalla val di Zena,  particolarmente colpita dagli eventi dell’autunno scorso. L’articolazione delle diverse fasi di intervento sarà demandata a una prossima valutazione da parte della cabina di regia e del team tecnico.  “E' nostra intenzione affrontare il tema della gestione delle acque e della messa in sicurezza del territorio facendo un deciso salto di qualità negli interventi e lavorando in maniera totalmente sinergica tra tutti i livelli della Repubblica". Così il presidente dell'Emilia-Romagna, Michele de Pascale, commentando l'istituzione di un'unica cabina di regia tra Regione, Comune e Città metropolitana di Bologna per le azioni necessarie per la messa in sicurezza del territorio in caso di eventi alluvionali. "Questa lettera d’intenti, rappresenta un impegno formale di tutte le istituzioni a lavorare insieme per mettere in sicurezza un sistema idraulico bolognese, stratificato nei secoli e non più capace di far fronte agli eventi meteo di oggi", aggiunge.